Che cosa fareste se doveste prendere in esame una
attività di export?
Il suggerimento che posso proporre è di pensare ad un
piano in tre fasi sequenziali, ognuna delle quali mi dirà se e come vale la
pena procedere con quella successiva, così da avere chiaro anche quanto devo
investire e quale sia il rischio per farlo.
Le tre fasi possiamo definirle così:
fase uno: piano di
fattibilità
fase due: verifica sul
posto
fase tre: scrittura ed
attuazione del piano d’azione strategico
Quali sono gli obiettivi delle tre fasi?
Ecco come mi permetto di riassumerli.
Fase uno: verificare la
competitività dell’offerta, individuare eventuali elementi che sconsigliano
l’intrapresa dell’export, stabilire una prima appetibilità di una proposta
vantaggiosa, selezionare (o dare priorità) ai mercati esteri.
Fase due:
confermare la competitività, individuare i partner locali, definire la politica
di approccio, costruire il business plan.
Fase tre:
implementare il piano strategico fino al termine del periodo di start up e
proseguire poi con la gestione ordinaria del business di esportazione.
La prima fase è la più delicata: senza necessariamente
doversi muovere si può analizzare il mercato a tavolino attraverso i web e
alcuni contatti personali sviluppati nei mercati di interesse. Sempre attraverso
la rete è possibile individuare gli elementi di normativa (legale, fiscale e
tributaria, doganale), studiare la concorrenza, individuare i canali, cercare
ricerche di mercato e quanto ancora può servire per avere un quadro abbastanza completo.
Che cosa fare in particolare? Lo vediamo insieme nel prossimo
post.
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