Il made in Italy va forte, in alcuni mercati più di altri.
Senza dubbio ci sono settori in cui l’italianità è considerata
un fattore di superiorità: la moda in senso ampio del termine, il buon gusto,
il settore orafo, l’alimentare, la meccanica.
Non mettere a frutto questo vantaggio sarebbe un peccato.
Non serve essere un grande nome, anzi in alcuni mercati
questo potrebbe essere unos vantaggio: sono così noti da apparire ormai troppo
popolari. E in molti mercati l’esclusività paga di più.
A Dubai ad esempio alcuni centri commerciali stanno cercando
marchi nuovi, giovani stilisti da far crescere.
E se guardiamo nell’altra direzione il Texas sembra un paese
decisamente interessante per il made in Italy: alta concentrazione di
ricchezza, in crescita per giunta; forte interesse per il gusto raffinato di
casa nostra; poca presenza di marchi italiani, comunque in misura inferiore alla
richiesta; facilità di approccio.
E vogliamo parlare del Canada, che è forse l’unica nazione
occidentale ad essere sopravvissuta alla crisi di questi ultimi anni?
Si può anche pensare all’Australia, che oggi più che mai è
il continente che offre chance e vantaggi, come se fosse "lammerica" dei primi
del Novecento.
E vorreste perdere questa occasione?
Dal prossimo post iniziamo ad esplorare queste mercati con
dati e occasioni concrete.
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