Vendere non
è facile. Se fosse facile non saremmo in crisi. Non è più facile da anni, da
quando cioè l’offerta ha ampiamente superato la domanda. Da quando la
concorrenza si è allargata2, sì al quadrato. Perché oggi la
concorrenza non è soltanto quella di chi offre un bene simile, o addirittura
uguale, al nostro; è anche quella che viene descritta con il “volume del
portafoglio”. Infatti poiché le risorse sono ridotte, sempre più spesso siamo
costretti a scegliere tra due acquisti che non hanno nulla di comune tra loro:
cena al ristorante o lavatrice nuova? Vacanza ai Caraibi o televisore al
plasma? Palestra o vestito da sera?
Non esistono
più le nicchie avvolgenti di una volta: i poveri erano poveri e facevano sempre
scelte da poveri, i ricchi sempre da ricchi per usare un linguaggio terra
terra.
Oggi no: se
io ho il pallino della tecnologia compero iPad, iPhone, MacBookAir e poi vado a
fare la spesa all’hard discount e in vacanza all’Idroscalo, dove sto connesso
al mondo con il mio tablet.
Ma che cosa
c’entra questo con l’export?
Beh la
domanda vorrei farla a voi? Che cosa c’entra tutto questo con l’export e con il
made in Italy?
La (mia)
risposta domani, la vostra anche subito!
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