Che
cosa vuol dire essere bravi imprenditori? Come battere la crisi? Come superare
le difficoltà? Che cosa fare e che errori evitare per riconquistare il
successo? Nessun segreto? La condivisione di esperienze può aiutare?
Se
esistesse una formula magica e io la possedessi, o meglio molti ne fossero al
corrente, probabilmente lo spread sarebbe inferiore ai dieci punti! Certamente bisogna cambiare qualche cosa
se è vero che solo chi sa guardare alla propria situazione con occhi differenti
riesce ad avere successo, come testimoniano anche questi articoli: la riflessione, molto intelligente, di Dario di Vico
sulla crisi dei commercianti e i dati relativi all’export delle PMI, che
segnano la strada per uscire dalla crisi, pubblicati da Istat in agosto, e che
trovate qui.
Si
può ragionare insieme specie per difetto: questo perché la mente umana tende a
escogitare con più facilità idee negative. Possiamo sfruttare questa
caratteristica al meglio iniziando ad elencare ciò che di peggio ci può
succedere per poi individuarne l’esatto opposto.
Per
questo e per segnalare ciò che nella pratica è stato sperimentato come un
assist al fallimento, ho chiesto a un nutrito numero di persone delle quali ho
molta fiducia di raccontarmi la loro esperienza diretta, di consulenti o
imprenditori, e aiutami ad elencare quali sono i peggiori errori che un
capitano d’impresa potrebbe fare –o fa o ha fatto- per danneggiare la sua
azienda.
L’idea nasce da questo
articolo apparso in agosto sul blog Tech Crunch a firma di James Altucher che elenca i 7
fattori per un insuccesso assicurato. Ve li elenco con un mio breve commento
prima di lasciare la parola, nei prossimi post, alla galleria di autori che
condivideranno con noi le loro storie in merito.
1. Procrastinare, non prendere decisioni: tutto cambierà, tutto passa,
abbiamo sempre fatto così, il nostro mercato è differente… in altre parole il
terrore di cambiare, la paura di modificare le proprie abitudini
2. Zero-tasking: inutile, specie se uomini, inseguire la chimera del multitaskin, fare
più cose contemporaneamente. Meglio concentrarsi su una sola e delegare
3. Perseverare nell’errore: si dice che il successo nasce da una serie di
fallimenti dai quali si è appreso. Vero. Ma fallire in questo caso non vuol
dire ripetere con costanza il medesimo approccio sperando che il risultato sia
diverso. Questa è la definizione di pazzia secondo Chesterton. Provare a
considerare punti di vista differenti potrebbe essere la soluzione?
4. Copiare: benchmarking è una descrizione
nobile ed esotica per dire copiare dalla concorrenza. E se cercassimo di avere
una idea originale, magari con l’aiuto di qualcuno?
5. Scarso networking: il mondo oggi è globale e social: senza una rete di conoscenze non si
va da nessuna parte. Soprattutto verso il successo.
6. Fare di tutto pur di ottenere una risposta positiva: a volte è bene mollare,
tirarsi indietro, declinare: è meno doloroso un rifiuto che una vendita fatta
con sconti che lasceranno pesanti conseguenze
7. Giudicare male le persone: non si fa nulla da soli per questo è necessario
imparare a giudicare le persone da ciò che fanno e dal valore che apportano.
Buon senso dite? Vero. Ma non vuol dire che
il senso buono sia anche comune….
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