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sabato 24 agosto 2013

L’estate del made in Italy Quando smetteremo di farci male da soli?



Pare che la ripresa sia iniziata,timida, pallida, impaurita, ma ben avviata. Così dicono gli indici, così dicono i protagonisti dell’economia mondiale, così dicono i giornali. Il Sole24ore del 15 agosto, il culmine dell’estate, titola “Eurozona fuori della recessione” suonando la tromba della riscossa. Già ma sembra che l’Italia sia tra i ripetenti piuttosto che tra i promossi. Non tutti però. Lo stesso giornale tre giorni dopo, 18 agosto, spiega con ruvidità “si salva solo il made in Italy che fa export”.  Perché i mercati che tirano sono fuori dai confini. Ed è così vero che se ne accorge anche la politica. Carlo Triglia, ministro per la coesione territoriale lancia una strategia di sviluppo per il ciclo 2014-2020 e lo slogan “rafforzare il made in Italy”.
Tutto facile allora? Non proprio.
Perché avere un prodotto made in Italy da vendere non fa export da solo e devo imparare a seguire la strada giusta. Ce lo ricorda Aldo Cazzullo a chiusura di agosto a pagina 17 di Sette del 23 agosto “troppo impegnati a compiangerci, non ci rendiamo conto delle immense potenzialità del nostro Paese”.  Racconta di come il boom degli alimentari italiani negli States non si basi sull’export del made in Italy, ma su prodotti “italian sounding” di tutt’altra derivazione. Come è possibile farci battere in modo così smaccato?

Capita la medesima cosa nel settore del turismo. Lo illustra Federico Rampini intervistato da Marco Tordello sul numero di luglio-agosto 2013 de l’Impresa. Il Bel Paese ha una potenzialità infinita, tale da portarci al di fuori da ogni crisi, eppure non riusciamo più ad attirare il turismo internazionale e ci siamo fatti superare da molti.  Perché tutto questo? Perché ci ostiniamo a fare le cose da soli e in piccolo. Senza guida e senza accordi. E così non ne usciremo più. Bisognerebbe seguire l’esempio di chi ce l’ha fatta, e non parlo solo di grandi gruppi famosi, ma anche di piccole e medie imprese che hanno seguito la legge chiave del successo: non cercare clienti per i tuoi prodotti, ma prodotti per i tuoi clienti.

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