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domenica 10 maggio 2015

Tuttofood: la nuova strada per portare il cibo all'estero







Tuttofood. In apparenza una fiera italiana lanciata come contorno a Expo. In realtà un ponte verso il mondo.
Che cosa si nota passeggiando per gli stand? Che la strada per il successo all’estero passa attraverso l’eccellenza e la differenziazione.
Italiano non può voler dire low cost. Per quello ci sono altri paesi, non il nostro dove l’eccellenza è quotidianità.
E dove i costi, diciamolo, sono superiori.
O ti specializzi, o scompari.
E specializzarsi vuol dire cercare il valore aggiunto di ciò che offri: dando per scontato che l’alta qualità sia intrinseca al prodotto, è nella modalità di presentazione e di posizionamento che sta la differenza.
Così si punta finalmente ad un linguaggio internazionale fin dalla proposta dei claims, e si punta a stupire mostrando come la creatività gastronomica italiana sia inseribile in ogni cultura del mondo.

Altro elemento che mi è parso di notare è lo sforzo tradurre in personalizzazione quelle specifiche che sono nate più per ragioni “mediche”.
Il basso contenuto di sale, i prodotti senza glutine, quelli senza lattosio, probabilmente nati per dare risposte a chi soffre di allergie o patologie, e percepiti come poveri in gusto e sapore, sono ora riproposti come scelta salutista e presentati come una alternativa ancora più stuzzicante perché buona oltre che salutare.

E infine il cibo si sposa con la cucina: se vuoi avere successo, fatti qualificare da qualche grande chef. Le esibizioni di show coking si sono moltiplicati. Il cibo non è più solo nutrimento, ma anche cultura, passione, spettacolo.


Siamo pronti a raccontarlo così?

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