Colgo
lo spunto offerto dal premier Mario Monti, che
ha affermato che gli Italiani sono refrattari al cambiamento e che devono
sforzarsi di superare questa resistenza, per riprendere il tema di ieri e
sottolineare i due principali ostacoli che limitano il nostro successo.
Il
primo lo anticipavo appunto ieri: il troppo amore per il proprio prodotto, che spinge a
convincersi che basta fare cose di qualità per vendere. Non è così. Confermo
quanto affermavo ieri e soprattutto due giorni fa illustrando come è cambiata la concorrenza.
Per il
secondo mi rifaccio all’autorevolezza del nostro attuale primo ministro:
“abbiamo sempre fatto così”.
Peccato
che il mondo negli ultimi dieci anni sia cambiato così tanto da non essere più
riconoscibile, con modifiche così irreversibili da costringere a non fare più
così, ma a cambiare di continuo.
Gli
ultimi 12 anni hanno introdotto sullo scenario globale, cosa che di per sé è
già un cambiamento epocale (onestamente, negli anni Settanta che cosa ce ne
importava di ciò che succedeva in Francia? In che modo influenzava
profondamente la nostra vita?), un numero di crisi superiore probabilmente al
due millenni precedenti, e di tutti i tipi: sanitarie, belliche, cataclismatiche,
economiche, finanziarie, politiche, sociali, tecnologiche.
Come
si può ritenere che fare le cose come si è sempre fatto permetta di vincere
oggi? Magari sopravvivere, più probabilmente spegnersi lentamente. Ma non
svilupparsi.
Ogni
anno nascono una manciata di nuovi mezzi di interrelazione, oggi il nuovo
social media emergente sembra essere Pinterest
che può essere sfruttato benissimo dalle imprese per crescere, e a livello
mondiale.
Concludendo
questo trittico di post sul tema dello sviluppo riassumo i miei consigli:
1. Siate pronti a cambiare, il mondo attende le novità. E
guardare il mercato con uno sguardo disincantato e nuovo. Le abitudini vanno
gettate via: devono dare esperienza non vincoli.
2. Il prodotto serve, ma è condizione necessaria: non
mettetelo al centro del vostro sviluppo, considerate anche come raccontarlo e
come emozionare i vostri clienti
3. Fidatevi di qualcuno che vi possa aiutare, scegliete
voi chi, come volete, ma non pensate di poter fare tutto da soli. Oggi non è
possibile se si vuole avere successo e crescere. La vostra concorrenza lo sta
già facendo.
Che
cosa ne pensate?
Io enfatizzerei il terzo punto. Quanto è forte la presunzione di saper (o poter) fare tutto da soli? Proporzionalmente a quanto è debole la rete di relazioni professionali. Normalmente la presunzione di "bastare a se stessi" porta ad una rete fatta di interessi e non di valore. Specialmente in questo periodo di crisi, la fame di guadagni immediati, ha fatto perdere a molti imprenditori la vista a medio/lungo termine delle relazioni. La misura rimane solo l'immediato R.O.I. sulla rete di contatti e sui nuovi contatti. Quanto ricavo dal conoscerti?...in termini di denaro (che spesso non è uguale a crescita).
RispondiEliminaE' solo una provocazione o una realtà anche per voi?