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lunedì 30 aprile 2012

Disperati mai: la vita conta più del business. Consigli e idee per resistere

Prossimo post mercoledì 2 maggio







Quanta voglia hai di vivere? Perché oggi questa è la domanda che dobbiamo farci. Per non lasciar vincere la crisi. Lamentarsi non serve, neanche come sfogo: conduce con facilità alla depressione. E talvolta spegne il coraggio di andar avanti. E allora c’è solo la fine. Si presume. Invece non è così.

Rientro da un pomeriggio di lavoro a Brescia e ascolto Radio24. È venerdì 27 aprile. L’intera giornata è dedicata alla disperazione. Anzi: al suo opposto.

Perché e come resistere alla disperazione. Anche quando tutto fallisce. Perché la vita vale più del successo. La vita, per quanto dura, offre sempre il suo lato dolce. Ma lo nega a chi non combatte.

Radio24 combatte, da sola, verso tutti, una feroce lotta per strappare gli imprenditori italiani al vuoto: dentro e fuori.
Gli interventi che si susseguono alla radio, di ospiti e di testimoni di dolore e di riscatto, vengono accompagnati e accolti dai conduttori come un padre che sa ascoltarti e non ti abbandona sul ciglio della strada, e se gridano rabbia, sussurrano anche speranza.
Debole, debilitata, sempre in bilico. Da alimentare, sostenere, confortare.
Due sono le strade che da qui questo post può prendere: parlare del senso della vita e del perché oggi la cartella di Equitalia si trasformi nello sfregio della disperazione che conduce fino al suicidio, oppure aprire uno spiraglio sull’economia, sulla crescita, sulla rinascita.
Non so quale delle due potrebbe sembrare più falsa o presuntuosa.
Non affermo perciò, riferisco, trattenendo il diritto di spiegare altrove che l’etica del lavoro è soprattutto etica e quindi ha un senso che travalica la professione, pur se vissuta con una passione che impregna la vita e la pervade: perché tutto è grazia, se lo vogliamo.
Riferisco di come tutti ormai dicano che l’unica strada per affrontare lo tsunami della crisi, parole di Sabastiano Barisoni che ammiro e stimo, è quello di mettersi in cordata, in rete, in associazione. Una compagnia come quella dell’Anello.
Perché è quando stai accanto al fuoco che dagli amici vengono le idee, viene il conforto.
Questo blog può poco, ma ci prova. A condividere idee, dare stimoli, proporre strade nuove.
Ecco vorrei veramente che queste piccole idee potessero se non altro costituire una scintilla per chi ha in sé la volontà di provarci ancora, di scegliere una strada nuova.
E se posso anche solo ascoltare e consigliare personalmente, anche faccia a faccia, sarò felice di farlo. Perché in questa storia della rete ci credo: della cordata ho fatto fondamento della vita.
E un consiglio non si può negare a nessuno.
Ecco se solo potessi dire di aver aggiunto un centesimo al successo, come il misero ma infinito obolo della vedova, tutto avrebbe più senso.

E’ un momento di crisi, ma anche di slancio: ce la possiamo fare, se riusciamo, insieme, ad alzare la testa e a vedere più in là della tempesta. Perché c’è sempre un sole che splende, dopo.

Per chiudere alcuni link alla iniziativa di Radio24 a sostegno di chi nella crisi sta perdendo il senso della vita e qualche volta la vita stessa.


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