Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


martedì 18 dicembre 2012

Antonio Oteri ci spiega il Brasile




Antonio Oteri, fondatore e manager del gruppo Linkedin Italian doing business in Brazil, presente sui vari social, tra cui Facebook e Twitter, consulente, scrittore, esperto del Brasile dove vive da parecchi anni: che cosa potevo trovare di meglio per parlare del mercato di quella che è definita la quinta potenza economica al Mondo? Lascio dunque subito a lui la parola per spiegarci meglio questo paese-continente dall’altra parte del mondo.
1)   Due libri con destinazione Brasile: ci racconti brevemente che cosa hai scritto e perché?
I due libri sono legati al Brasile ma hanno due finalità differenti.
Il primo “Operazione Fräulein. Come sposarsi e vivere Felici. Dall’Italia al Brasile con Passione”, è nato da un mio desiderio personale affettivo ma anche da una specifica richiesta di molte persone che volevano conoscere il segreto di come fossi riuscito a evitare la crisi economica europea, approdare in un paese emergente e realizzare al tempo stesso il sogno della mia vita, ossia avere una famiglia numerosa che potesse crescere in un contesto sociale positivo.
Il secondo “Ciao ciao Italia. Vado a vivere in Brasile. Istruzioni e suggerimenti da emigranti di successo”, è legato alla mia attività di networking che ho sempre svolto in parallelo al mio lavoro nella gestione della Information Technology in aziende del ramo Telecom. Molte persone che avevano il desiderio o si accingevano a tentare il grande passo verso il Brasile, spesso mi chiedevano come potesse essere possibile muoversi per affrontare le varie difficoltà da emigrante senza correre il rischio  di fallire miseramente e tornarsene a casa in una situazione peggiore di quando erano partiti. Per entrambi ho potuto contare sull’aiuto di un valido scrittore emergente, Vincenzo Russo, con cui ho lavorato quotidianamente a stretto contatto.  
2) Il Brasile rappresenta un mondo da sogno: calcio, bellezze locali, spiagge e adesso anche prospettive commerciali. È davvero così?
Dipende dai punti di vista e dal modo di come si affronta la sfida. Come in ogni luogo, tutto quello che appare bello e accattivante bisogna conquistarselo impegnandosi duramente. Purtroppo molti italiani si sono abituati ultimamente a volere avere tutto pronto e hanno perso lo spirito propositivo di esploratori e conquistatori che avevano le vecchie generazioni ossia gli italiani di una volta. Lo spirito con cui sono stati scritti i due libri è di risvegliare, in forma differente, la positiva attitudine di molti italiani che hanno avuto successo nella famiglia e nel lavoro mettendo in campo la capacità di evitare insidie e imboscate e di pianificare azioni vincenti imparando da chi aveva saputo affrontare vittoriosamente le proprie conquiste.

3) Quali settori industriali italiani dovrebbero veramente considerare il Brasile come un mercato sul quale investire subito?
Nel libro sono dettagliati i principali settori. Ne cito qualcuno come esempio: l’edilizia, l'energia, l’agricolo, il meccanico, la tecnologia applicata all’agro-alimentare, l’Information Technology, la moda. Il fotovoltaico potrebbe avere degli interessanti sviluppi.

4) Quali gli errori da non commettere avvicinandosi al mondo brasiliano?
Occorre evitare di considerare il Brasile semplicemente una terra di conquista e un mercato dove potere piazzare le merci invendute in Italia. Bisogna sapere che brasiliano è un cliente che non vuole lo stesso prodotto del consumatore italiano, ma di un prodotto specifico adatto al clima e al gusto tropicale e con un’assistenza post-vendita specifica. Un altro errore è di pensare di esportare senza produrre o aprire una rappresentanza di supporto locale. Le tasse brasiliane sono molto alte che possono arrivare fino al 100% del valore della merce e molto più complicate di quelle italiane con differenze forti anche da stato a stato o da comune a comune. Se si esporta senza tenere conto di tali variabili, si rischia di avere un prodotto fuori mercato a causa del prezzo e dei possibili problemi di distribuzione in un paese immenso e col più alto livello di frodi al mondo.


5) Sono molti gli intermediari che si offrono per guidare PMI e artigiani italiani in Brasile: quali i criteri per sceglierli?
Ci sono molti intermediari, che spesso non sono in grado di valorizzare adeguatamente i prodotti italiani. La soluzione migliore è quella di trovare un italiano residente in Brasile che sappia capire le due culture e con la capacità di pianificare come attaccare il mercato. Sono riuscito personalmente ad aiutare le PMI costituendo una grande rete sociale, Italians Doing Business in Brazil, che in quattro anni è arrivata a circa 3.000 aderenti e che, attraverso la rete LinkedIn, supporta il contatto diretto tra i diversi aderenti e lo scambio di importantissime informazioni in forum dedicati. Insieme con altri gestori, controllo continuamente il comportamento degli aderenti riuscendo a proporre dibattitti specifici con articoli e materiale di alto livello. Il tutto in modo spontaneo e guidati dal principio del networking, cioè attraverso la condivisione e la collaborazione.
6) Vivere in Brasile: che cosa cambia? Che cosa si “perde” e che cosa si “guadagna”?
A parte qualche eccezione, molti italiani si sentono a casa propria. Nella prefazione del libro, il console aggiunto dell’Ambasciata Italiana riporta che in Brasile vivono trenta milioni di figli di italiani, di cui la metà nello stato di San Paolo. Quindi per le PMI italiane, non è si difficile gestire il mercato Brasiliano. Occorre sapere applicare le idee di business italiane: il mercato si presta facilmente alle idee di come portare qualcosa dall'Italia qui in Brasile o viceversa. Lo faccio spesso anch’io. Sono convinto che il Brasile offra un mondo di opportunità che bisogna cogliere con la dovuta preparazione e spirito imprenditoriale professionale.
7) Come si vede l’Italia dal Brasile? Che cosa se ne pensa?
L’hanno spiegato i cinquanta professionisti affermati in una lunga intervista. In sintesi posso confermare che in Brasile c'è molta ammirazione e stima verso l’Italia. Attrazione per la storia, per le automobili, per i molti cibi prelibati, per la moda, per il calcio, per la musica, per i pittori e gli altri artisti, per gli elicotteri, per le imbarcazioni, e per molto altro ancora. Personalmente non ho mai capito perché molti italiani si sono lanciati nel mercato cinese, molto più avverso e complicato, rispetto a quello brasiliano che è disponibile a essere conquistato da un paese con molte affinità come l'Italia.
8) Torniamo ai tuoi libri: perché leggerli?
I libri sono un invito ad affrontare la vita con felicità e allegria, e al tempo spesso, un invito a una riflessione di come raggiungere obiettivi concreti e con un approccio strutturato e metodico tipico di chi ha il desiderio di conquistare grandi mete. Per riuscire nella vita bisogna essere preparati adeguatamente ad affrontare contro le peggiori insidie. Penso che tutti dobbiamo essere umili a imparare da chi è in grado di aiutarci a capire cosa studiare, come reagire quando dobbiamo affrontare un certo problema, quali errori evitare di commettere.
La mia esperienza nel matrimonio e nel lavoro insieme alla saggezza e la capacità di tanti italiani affermati aiuteranno molte persone a ritrovare i giusti stimoli a costruire il proprio futuro con meno pessimismo e più voglia di affermarsi.
Per terminare posso affermare che c’è anche motivo letterario per leggerli nel tempo rubato agli impegni: entrambi i libri si lasciano leggere tutto di un fiato, con uno stile scorrevole e coinvolgente.   
9) Un consiglio dall’estate brasiliana all’inverno italiano: come guardare al futuro con serenità e speranza?
Quando nel 1992 ho iniziato a intravedere il declino italiano, ho avuto la sensazione che l’Italia aveva perso una generazione o forse due. Nel Belpaese la gente si trova impantanata in una situazione difficile perché da una parte un gruppo vasto di "veterani" non vuole perdere i privilegi acquisiti, dall’altra non si trovano più soldi per sostenere tali privilegiati e lo stato sociale al tempo stesso. Poi c’è il grosso problema del lavoro che coinvolge tantissimi giovani che si trovano nella condizione di non potere contare su un futuro certo, di non potere crescere e acquisire l’esperienza lavorativa e manageriale per potere permettere all’Italia di rimanere tra i primi paesi più industrializzati. L'Italia rischia di perdere molte posizioni in alcuni decenni.
A distanza di anni ho una maggiore consapevolezza della validità delle mie scelte e che non avrei potuto mai cambiare il mio adorato paese; oggi ho la convinzione di avere trovato probabilmente il paese più vicino alla mia cultura siciliana, così sono emigrato in Brasile.
Il come ci sia riuscito, e come ci siano riusciti molte altre persone che raccontano la propria esperienza, lo potete sapere leggendo le pagine di due bei libri. Parola di Antonio Oteri e Vincenzo Russo.

3 commenti:

  1. Il brasile non e' assolutamente low risk e nemmeno low cost.

    RispondiElimina
  2. Ovviamente nessun Paese lo è. E neanche nessuna attività imprenditoriale sta in piedi senza investimenti e non presenta alcun rischio.
    Sono pienamente d'accordo con quello che intende dire Publio.

    Non mi pare peraltro che Antonio nella sua intervista sostenga che il Brasile sia un paese low cost e low risk.

    Il titolo di un blog è una cosa, il contenuto di un singolo post è diverso.
    Ciò che cerchiamo di fare con questi articoli è di suggerire strade che permettano alle PMI, agli artigiani e agli stilisti, di prendere in esame strategie e strade di export che permettano di investire cifre accettabili con basso rischio. Obiettivo che credo stiamo sicuramente raggiungendo.

    Grazie.
    Paolo

    RispondiElimina
  3. Nei prossimi anni il Brasile sarà al centro dell'attenzione internazionale a causa di due eventi che rappresentano i massimi eventi globali (se escludiamo le guerre), Mondiali di calcio e Olimpiadi. Un giro di affari di diversi miliardi di euro e opportunità anche per molte PMI.

    RispondiElimina