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sabato 19 ottobre 2013

Questa ve la racconto: per l'export ci vuole serietà e rispetto.



Questa ve la racconto, per trarne spunti e morale.
Metà luglio, mi chiama un imprenditore… padano. La sua aziendina non va male, ma con il solo mercato italiano non ce la fa più. Vuole esportare. Ha visto i miei video e vuole che facciamo qualche cosa assieme “abbiamo la stessa idea, mi piace il suo approccio”.
Vado a trovarlo appena prima delle vacanze: un capannone in provincia, esperto di tecnologia con interesse per il web. Produce componenti elettromeccanici per macchinari industriali. Ha qualche raro cliente all’estero.

Gli faccio domande:
perché comprano da lei questi clienti nordamericani e tedeschi?
Che cosa apprezzano di più?
I suoi clienti abituali perché si fidano di lei?

Non sa rispondere, ma insiste nel dire che devo aiutarlo a definire una strategia per l’export.
Ci diamo appuntamento a settembre.

Non siamo neanche al 25 agosto che mi richiama: “sono pronto per partire, quando viene?”.
Ci vediamo qualche giorno dopo, a inizio settembre: è un mercoledì. Gli descrivo la mia strategia: bisogna farsi apprezzare e conoscere, altrimenti non ti ricevono. Gli trovo gruppi su Linkedin, forum, persino un blog che parla del suo settore specifico. Gli faccio vedere che si possono trovare nominativi di tecnici interessati attraverso Twitter.
Si mostra soddisfatto: “mi mandi una proposta di collaborazione, ma voglio proprio iniziare subito. Anzi vorrei che lei venisse qui almeno un giorno alla settimana anche per aiutarmi con l’inglese”.

I due giorni seguenti sono fuori Milano. Il sabato mattina, sono a un matrimonio, mi telefona: “allora, aspettavo la sua proposta economica! Non mi lasci senza soluzione!”.
Gliela scrivo di domenica e gliela mando prima di sera.

Silenzio.
Mercoledì scrivo una mail.
Silenzio
Lo chiamo di venerdì.
“Ah sì, sto esaminando la sua proposta insieme al mio web master. Un po’ caruccia però, io mi aspettavo di spendere come per uno stagista, sotto i 700 € al mese”.
Poteva prendere uno stagista allora, non un professionista senior.

Da allora silenzio.
Sono passati più di 40 giorni e neanche il coraggio di dirmi che costavo troppo per lui.

La morale
Non prendiamoci in giro e rispettiamo l’uno il lavoro dell’altro: se vuoi delle idee te le do volentieri, basta chiederlo. Se vuoi avere tutto senza spendere nulla, lascia perdere. Se vuoi investire poco, meno di 1000 € al mese, e avere un ritorno del 10.000% pensa alla criminalità organizzata non all’export.
Nel mondo non si vince con l’approssimazione e l’avarizia. Se vuoi crescere devi investire.
Non necessariamente con me si intende, ma con chiunque tu scegli non pensare di poter fare con il resto del bar. Meglio che risparmi anche quei soldi e pensi da altro.

Se invece vuoi che ragioniamo su come impostare una strategia per l’estero, sono anche disposto a investire il mio tempo, ma ti chiedo in cambio il medesimo rispetto.

Grazie per la tua comprensione.

3 commenti:

  1. Se si riferisce a me , bastava una telefonata per sapere che sono stato in India 2 Settimane . Mi sembra un tantino ardito . Ho sul tavolo altre offerte da valutare . Esportare significa anche roflettere attentamente sulla scelta dei collaboratori .

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  2. Ho pubblicato volentieri questo commento che mi permette di spiegare che solo un imbecille, anche se emotivamente scosso, può pubblicare una storia esattamente come è avvenuta. Un imbecille oltretutto scarsamente professionale, che irride uno specifico cliente.
    Le storie che presento, come quelle che si trovano in questo post in cui sono citati episodi ripresi qui in tempi non sospetti dato che si tratta di un mese fa quindi non possono essere recenti http://venditareferenziata.blogspot.it/2013/09/rimettiamo-in-asse-litalia-prima-pero.html sono verosimili e non vere.
    Che cosa vuol dire?
    Vuol dire che sono costruite a partire da esperienze non solo personali, ma riportate dal team di professionisti con i quali ho scambi frequenti di esperienze, e raccontate in modo tale da trarre una morale, o un suggerimento per chi legge.
    Per questo non sono mai, e sottolineo mai, un riferimento diretto ad una specifica realtà industriale, ma semmai mettono assieme alcuni atteggiamenti che non appaiono consoni alla scelta fatta.
    Concordo perfettamente con lei sul fatto che sia necessario riflettere attentamente sulla scelta del professionista con al quale affidarsi. E che questa scelta deve essere fatta attentamente.
    Immagino sarà anche d'accordo che è altrettanto professionale rispettare tutti gli interlocutori contattati e dare risposte in tempi coerenti con le richieste così da permettere a tutti di programmare le proprie attività.
    Come può leggere nel post, che -ripeto- mette assieme più esperienze subite più volte -purtroppo alcuni di questi atteggiamenti sono frequenti- non viene messa in dubbio la scelta che può essere fatta da chiunque secondo i propri criteri, ma semmai la mancata serietà di una azienda che posso dire è sufficientemente grande e strutturata per poter delegare anche le risposte ad altri che non siano l'amministratore delegato e che dopo 14 mesi (sì, l'estate di cui si parla è quella del 2012) non ha ancora dato una risposta nonostante alcuni solleciti. Neanche risposte alle telefonate a cui lei giustamente fa riferimento che si sono arenate al centralino. E le assicuro che non c'erano viaggi all'estero in ballo.
    Spero di avere chiarito la vicenda.
    Grazie.

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  3. Caro Paolo,
    Prendo il tuo articolo e lo ripubblico e ripubblicherò nel tempo...
    Purtroppo la storia che racconti è un "tipico malcostume italiano".
    Avere fretta e poi dire che bisogna scegliere con calma i collaboratori è tipico di chi non ha idea di cosa vuol dire lavorare seriamente... E i risultati lo confermano.
    Altrimenti perchè cercare qualcuno che ti aiuti ad esportare?
    E come, storia che tu conosci bene, quando un Marketing Manager ti dice che non ha budget per il marketing... e il suo stipendio come lo pagano? A che serve un Marketing Manager senza budget per il Marketing?
    Questi pseudo manager, pseudo imprenditori pretendono di fare soldi sfruttando il lavoro altrui, facendo rischiare agli altri.
    La serietà non si compra e non si impara in nessuna scuola o università...
    L'unica consolazione è che alla fine, queste aziende, collasseranno inevitabilmente.
    Buon lavoro.
    Francesco De Biase

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