Non vorrei doverlo ripetere. Non ho la stoffa dell'imprenditore made in Italy. Sono un consulente.
E come tutti i consulenti la mia professionalità è racchiusa in questa formula,
E = mc2
che ho spiegato in questo post che suggerisco di andare a rileggere, come quest'altro che spiega bene che cosa per me fa il consulente.
Sintetizzando vuol dire che l'esperienza, che puoi chiedere ad un consulente, equivale al suo metodo alle sue conoscenze e i suoi contatti.
L'imprenditore investe nel suo talento, nella sua idea, nel suo prodotto.
Investe. Mette del capitale proprio o raccolto da finanziatori: soci, banche, business angels, amici, crowdfunding e così via.
Sono due mestieri diversi: uno centrato su una idea, l'altro su un metodo.
Il mio sta nel analizzare le situazioni, studiare i mercati, aiutarti a trovare il tuo vantaggio competitivo, trovare i canali migliori, farti conoscere all'estero specialmente grazie ad un forte brand, una reputazione affidabile, vendere.
Non mi chieder di finanziare la tua impresa. Neanche agendo solo su provvigione. Non sono un agente di commercio, non sono un distributore. Sono un consulente.
Il mio lavoro è finalizzato a creare le condizioni per cui tu venda di più. Non ad andare a vendere per conto tuo investendo al tuo posto.
Mi chiedi di investire per te. Perché sei in difficoltà. Perché ti hanno truffato. Perché... Equitalia. Ti credo. Non sei il solo. Tutti abbiamo difficoltà. Tutti abbiamo subito truffe o comunque danni da furbetti. Tutti.. Equitalia.
Ma io non sono l'imprenditore. Posso partecipare al rischio, non assumerlo tutto io. Se tu non credi nel tuo prodotto al punto da non metterci neanche un euro, perché dovrei crederci io?
Se tu hai intenzione di aprire una gelateria a Berlino e quando ti chiedo perché Berlino? che gusti hanno i tedeschi per il gelato? hai già pensato a quale zona? Mi rispondi che a Berlino non c'hai mai messo piede e che questo è compito mio e che mi pagherai con le provvigioni delle future vendite, beh che cosa vuoi che ti risponda?
Che questa campagna e questi video usciti di recente per difendere la creatività giovanile vale anche per me.
Son cose che avevo già scritto oltre un anno fa usando termini molto simili. Che mi abbiano copiato?
Ecco le 5 regole per non confonderti
e per ricordarti cosa aspettarti da un consulente
e che cosa impegnarti a fare come imprenditore
1) Non mi chiedere di assumermi tutti i costi, di essere retribuito solo su provvigione. Io non posso. Non ne ho la forza. Né la voglia.
2) Non mi dire che il tuo prodotto è di grande qualità e si vende da solo. Se fosse vero non avresti bisogno di me.
3) Non mi dire che basta che lo espongo e il tuo prodotto si vende: anche se fosse vero non sono io quello che deve aprire un negozio, semmai spiegarti dove farlo, come promuoverlo, come arredarlo, come farti conoscere. Far entrare i clienti. Anche in un negozio di e-commerce.
4) Non mi dire che vuoi aprire un ristorante a Parigi, un fitness club a Miami, un negozio di magliette a Hong Kong, una gelateria a Dubai e quando ti chiedo di spiegarmi perché mi dice che sono io a dovertelo dire: o mi permetti di suggerirti i mercati, dove aprire, perché e in che modo o non hai bisogno di me.
5) Non dirmi che non hai soldi da investire e che devo pensarci io: o metterceli o trovarli. Imprendere significa metterci dei capitali. Se non credi tu in quello che fai come posso convincermi di crederci io?
e poi una sesta regola
rispetta il mio lavoro come io rispetto il tuo: non mi dire che quello che ti propongo lo fa tuo cugino per 50 euro o l'amico di tuo nipote che smanetta su internet. Non mi dire che hai un parente in Brasile che sa tutto o la fidanza giapponese che conosce il mercato come le sue tasche. Io ho profondo rispetto per la tua creatività e il tuo coraggio. Rispetta il mio impegno per cortesia.
Grazie.
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