Dicevamo
delle borse di Ida De Rosis, una stilista emergente che sta avendo un
successo crescente con le sue creazioni fuori dal convenzionale.
L’obiettivo che stiamo perseguendo a questo punto è quello
di presentarci al Tranoi di Parigi a fine settembre con un brand che non passi
sotto silenzio. No, non abbiamo milioni di euro da investire per tappezzare
Times Square e Place Vendome di manifesti né possiamo organizzare una sfilata
con Charlize Theron, Cameron Diaz e Raina di Giordania. Anzi il budget è
limitato, sobrio, onesto. Per cui conta più la creatività che non il denaro.
Il nostro scopo è quello di poter far vedere ai buyer delle
boutique importanti che hanno per le mani un brand che non solo dà grandi
garanzie in termini di qualità dell’idea e perfezione della manifattura
–proprio nel senso di realizzata a mano- ma anche e soprattutto in vivacità del
marchio.
Portare quindi un book che sia fatto non dal catalogo prodotto,
ma dalle attività per promuovere il brand.
Pubblicità in rete? Sì, va bene: ma bisogna dare contenuto
innanzitutto. Non solo foto di borse, ma ambientazione, stile. Stiamo lavorando
sul tipo di donna che indossa questa borsa: chi è, dove si trova, che cosa le
interessa, come vive.
Quali sono le storie che legge.
Gli argomenti che le interessano.
Questo va poi pubblicizzato: non la pagina dove trovi delle
borse, ma la pagina dove trovi lo stile di chi ama queste borse. Video tutoria
sullo stile dell’abbigliamento ad esempio. O suggerimenti per una serata
perfetta con gli amici.
E la storia, di Roma –dove abita la stilista- delle Marche
–dove si realizzano le borse- di viaggi.
Abbiamo
giocato portando in giro borse per il mondo, con l’aiuto di amici e
approfittando per periodo estivo, per far vedere i luoghi dive la borsa sta
bene e con chi.
E lo faremo diventare una storia: e-book, infogrammi, Steller,
Pinterest per narrare di questi viaggi.
E questo è solo l’inizio.
Opinion leaders? Testimonial? Sì, ma non troppo famosi:
preferisco stelle del web, magari emergenti, ma ben determinate. Molto di più
lo stile di una Elena Braghieri che
quello di Chiara Ferragni, fashion blogger per la quale ho una grande stima ma
che non vedo adatta per questa linea di creazioni. O magari sparigliando le
carte Domitilla Ferrari, Claudia de Lillo, Stefania Boleso oppure osare ancora
di più è coinvolgere Massimo Benedetti, Matteo Blanx o Giovanni Scrofani e #Gilda35 per uscire dal
mondo del fashion ed entrare in quello delle giornaliste, delle web marketer, delle mamme blogger di fama così come in quello dei geniali creativi molto ironici che amo tantissimo. Che abbiano sempre la classe del tipo di donna che
la stilista ha in mente quando disegna le sue borse. Donne un po’ come lei,
donne De Rosis.
Che suggerimenti avete? Che consigli? Che critiche?
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