grazie a Claudio Besana
L’export italiano cresce e
traina questa ripresa che sembra iniziare ad essere consistente.
Per capire come sia utile
organizzarsi per non rimanere indietro abbiamo intervistato il dr. Roberto
Lovato, dirigente dell’ufficio agroalimentare e vini dell’ICE –o ITA: Italian
Trade Agency- che sta facendo un eccellente lavoro per sostenere le imprese
italiane, chiedendogli di indicare la strada da seguire.
C’è un coro pressoché unanime che invita le imprese italiane,
anche le PMI anche gli artigiani a darsi da fare per andare all’estero, per
esportare: ma è davvero una possibilità alla portata di tutti?
Sicuramente si. Nel senso
che ogni azienda può trovare il suo
spazio anche in base alla propria dimensione.
Il made in Italy è apprezzato ovunque: basta solo avere
un buon prodotto?
No assolutamente. Non basta avere un buon prodotto, ma
bisogna saperlo proporre. E’ fondamentale una struttura adeguata che abbia
la capacità e la voglia di valorizzarlo. Molto spesso il prodotto “made in
Italy” è abusato ed usato in maniera un po’ distorta. Va quindi proposto nella
maniera giusta e tramite i canali che sono in grado di valorizzarlo.
Quali sono gli errori che una impresa non deve commettere
nell’avventurarsi all’estero?
Innanzitutto l’improvvisazione.
La prima regola deve essere sempre quella di scegliere il giusto mercato,
quello che più si adatta al proprio prodotto. Per fare questo è fondamentale
fare un’attenta analisi dello studio di mercato, informarsi sui competitors, analizzare le eventuali
limitazioni o normative che possono ostacolare un determinato tipo di prodotto:
molti mercati hanno delle esigenza particolari ed è quindi opportuno conoscere
bene prima di avventurarsi in un nuovo mondo, se conviene davvero
l’esportazione in un determinato Paese.
Quali sono i passaggi essenziali per pianificare una
strategia efficace e vincente?
Sicuramente il primo step dev’essere quello di
informarsi sulle condizioni del mercato che andiamo ad affrontare.
Il secondo è senz’altro
quello di andare ad identificare la figura con cui ci stiamo relazionando per
poterci giocare al meglio le nostre carte.
Poi sicuramente sincerarsi
in modo significativo in materia di vincoli relativamente ai prodotti che
andiamo a commercializzare per non incappare in ostacoli che ci obblighino poi
ad un adeguamento del prodotto.
Quale aiuto può arrivare alle PMI da internet e dagli
strumenti della rete come i social media?
Certamente hanno un ruolo
importante e questo è dimostrato anche dal continuo aumento di piattaforme social atte a far colloquiare le aziende
indipendentemente dalla propria dimensione.
Ovviamente anche qui non
ci si può improvvisare ma servono delle competenze specifiche e delle capacità
relazionali che sono sostanzialmente alla portata di tutti ma che bisogna
utilizzare senza approssimazione ma con competenza.
Le missioni all’estero sono una opportunità, una necessità
o una perdita di tempo? Perché?
Possono essere tutte e tre
le cose.
Sicuramente possono essere
delle opportunità perché danno la possibilità di conoscere nuove condizioni di
mercato e nuove opportunità di collaborazioni.
Ma devono essere anche una
necessità anche e soprattutto a causa della stagnazione del mercato interno che
ha costretto molte aziende a guardare ad altri mercati per poter mantenere un
determinato standard di produzione che altrimenti avrebbe dovuto subire una
significativa contrazione.
Può altresì essere una
perdita di tempo qualora non venisse adeguatamente preparata. La partecipazione ad una fiera, ad esempio,
se non sufficientemente organizzata e preparata risulta essere uno spreco di
risorse e di tempo.
La fiera è ancora uno strumento valido?
Sicuramente si, purché,
come dicevo prima, sia preparata. Innanzitutto la scelta della fiera a cui
partecipare deve essere dimensionata alle proprie ambizioni: partecipare ad una
grandissima manifestazione è una immensa vetrina che però per una piccola
azienda che non ha una visibilità adeguata può essere una grande delusione.
Viceversa la partecipazione di una grande azienda ad una piccola fiera può
venir percepito come un ridimensionamento delle proprie ambizioni e quindi
essere controproducente.
Come è possibile usufruire dei servizi che offrite?
Richiedendoli direttamente
al nostro ufficio all’estero quando si tratta semplicemente di una richiesta di
informazioni su uno specifico mercato, oppure diciamo tramite l’iscrizione alla
nostra banca dati e mailing list in cui noi inviamo tutta la documentazione
attraverso la quale un’azienda può valutare se può essere interessante una
partecipazione.
Tre
consigli per chi vuole iniziare ad esportare.
In primo luogo una scelta il più
ragionata possibile su quelli che possono essere i mercati da esplorare.
Secondo cercare mercati non
eccessivamente affollati.
Terza cosa curare i rapporti
interpersonali perché per quanto ci possano essere i mezzi di comunicazione e i
social network, il rapporto diretto resta il canale principale e fondamentale
per una buona relazione.
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