L’unione
fa la forza, specie se si vuole andare all’estero. Al SIAL a Parigi ho
incontrato ItalianFoodTradition
un consorzio che riunisce più di dieci aziende della tradizione enogastronomica
italiana e valorizza le sinergie soprattutto in ottica export. Lo mostra in
modo evidente l’efficacissimo stand con il quale le imprese si presentavano
nella capitale francese.
Guida
il consorzio Claudio
Trianti al quale ho rivolto alcune domande, alle quali ha risposto a titolo
persone e grazie alla sua lunga esperienza internazionale.
1) Ci può spiegare in poche
parole da dove nasce l’idea di ItalianTraditionalFood?
Il consorzio denominato TRADIZIONE
ITALIANA - Italian Food Tradition S.c.a r.l. ha iniziato ad
operare nel 2012, dopo ca 1 anno di preparazione, con il patrocinio della BPS
(Banca Popolare di Sviluppo)di Napoli che ha raccolto attorno a se un gruppo di
imprenditori già attivi sul mercato estero ed intenzionati a sviluppare
ulteriormente l’esportazione in modo coordinato ed organizzato.
2) A suo parere e in base alla sua
esperienza internazionale quali errori commettono le PMI italiane nel pensare
all’export e quali non bisogna assolutamente commettere?
Secondo il mio punto di vista il
primo problema è intrinseco nella definizione di PMI (Piccole e medie
Imprese) nella maggioranza non organizzate “mentalmente e
strutturalmente” ad affrontare i mercati esteri
A proposito degli errori da evitare
come peste, sicuramente direi iniziare senza un progetto a medio/lungo
termine, struttura ed organizzazione dedicata.
3) Da dove parte un
progetto di esportazione che ha ragionevoli probabilità di successo?
L’approccio deve essere strutturato
e basato su:
·
OBIETTIVI PRECISI
·
ANALISI MERCATO/I RIFERIMENTO
·
ORGANIZZAZIONE STRATEGICA,COMMERCIALE ED ECONOMICA
In poche parole DA OPERAZIONE DI
EXPORT A PROGETTAZIONE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE
4)
Consorzi e
reti: conoscendo il mondo degli imprenditori italiani hanno speranza di
successo? Su quali basi vanno costruiti?
Sì, direi proprio di sì: anche se
non facile, bisogna che gli imprenditori abbandonino l’individualismo.
Se gli imprenditori sono accumunati
dai medesimi obiettivi senza legami di “concorrenza” ed omogenei per dimensioni
ed organizzazioni, i progetti sono realizzabili
5) Puntate molto sulla
presenza alle fiere: è questa la strada principale per farsi strada all’estero?
Assolutamente no. E’ un canale
importante soprattutto per i mercati emergenti, ma va gestito come progetto
finalizzato a B2B.
6) Che cosa apprezzano i
paesi stranieri dell’italianità? Che cosa dobbiamo valorizzare del made in
Italy?
Questo è un momento favorevole di
tutto quanto può essere identificato con un “made in Italy” purché originale o
riconducibile.
L’importante è costruire il modello
vincente sulla domanda di Italia e non sull’offerta di Italia.
7)
Tre lapidari consigli, tre slogan per le PMI italiane che vogliono esportare
Da operazione vendite export
a progetto per l’internazionalizzazione
Quindi volendo coniare uno slogan:
Da Export Manager a Project
Manager per l’internazionalizzazione
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