Pagine

lunedì 15 dicembre 2014

Ventimila leghe sopra gli affari: cosa si impara dai progetti (1)





(Prima parte, qui trovi la seconda)

Quasi tre mesi di “tournée” filata, le ultime tre settimane con tempi di permanenza in ufficio e a casa da far concorrenza alle soste di EasyJet al gate, tanti progetti dai quali apprendere oltre che lasciare valore e risultati, come un insetto che prende e regala vita, ho concluso il 15 dicembre un lungo viaggio che mi ha portato in giro per l’Italia e non solo e che voglio condividere per sussurrare anche a voi quel ch’io vi trovai e farvene dono,  sperando che sia per voi utile ed interessante.


Inizio dall’incontro di metà ottobre a Civitanova con Confartigianato: conferenza per illustrare come si va all’estero e giornata di micro-consulenza. Il turbine che è seguito mi ha costretto a non mantenere tutte le promesse di risposte che ai singoli artigiani avevo assicurato. Faccio ammenda e rimedierò durante la pausa Natalizia. Ci provo.
Che cosa ho imparato: che c’è un’Italia che ha voglia e possibilità, solo smettesse di guardare a se stessa come il centro del mondo. Tanto potenziale che può diventare oro facendo rete e sinergia.


Tre volte due giorni con gli Ospedali dell’Area Vasta 3 nelle Marche:
Camerino, Civitanova, Macerata (in rigoroso ordine alfabetico) per analizzare i processi che rendono dura la vita nei Pronto Soccorso, applicando la Theory of Constraints. E scoprire che il vincolo c’è e sta ben fuori dal PS.
Che cosa ho imparato: che se si smette di lamentarsi e di fare i furbetti (parlo soprattutto di me e di te, dei pazienti) insieme si riesce a trovare la soluzione a tutto. E che la TOC è davvero potente per portare alla luce i problemi annidati dentro i preconcetti e gli egoismi personali.


Teramo
Ancora Ospedale, ancora sanità, ancora TOC, ma questa volta –in tre giornate- per esaminare i flussi di tutto il nosocomio, con persone che ci mettono l’anima e paiono tanto quel tizio che per salvare la diga infila una dopo l’altra le dita nelle fessure.
Che cosa ho imparato: che troppo spesso i problemi sono prodotti dalla presunzione che separando e specializzando si migliorino le prestazioni. Insomma per dirla con la TOC è proprio falso che l’efficienza totale di una impresa, quale che sia, equivalga alla somma delle efficienze locali. Le aziende sono catena, non isole, e per migliorare la resistenza di una catena devi trovare l’anello debole. Migliorare gli altri danneggia il sistema, non lo migliora!



Due giornate e mezza ad Artimino sui colli fiorentini, nella splendida villa Ferdinanda o dei Centocamini, ora centro congressi, con Congresslab, Procter&Gamble Oral B e l’associazione igienisti dentali italiani (AIDI) per ragionare sul futuro e capire come migliorare l’offerta agli associati e a tutti gli altri stakeholders.
Che cosa ho imparato: che senza l’umiltà che fa smettere di ripetere “abbiamo sempre fatto così” non si fa strada. E qui a questa grande umiltà va associata la competenza di guardare al futuro con lungimiranza e generosità. E ho anche imparato che la miglior dote per essere d’aiuto agli altri è saper ascoltare, e che questo si nota.




Ancona Regione Marche Sanità: come risolvere i problemi che procurano disefficienze con la TOC. Per la terza volta nelle Marche a parlare di TOC e di sanità, dal lato dell’organizzazione. E scoprire come le leggi siano fatte per distruggere l’efficienza.
Che cosa ho imparato: che bisogna capire dove tirare il confine tra ciò che si può fare e ciò che non riusciamo a influenzare e predersi le responsabilità per cambiare il cambiabile e accettare tutto il resto.


(continua) (Prima parte, qui trovi la seconda)

Nessun commento:

Posta un commento