Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


giovedì 21 giugno 2012

Intervista a Futura Pagano, una ventata di professionale freschezza




Futura Pagano sorprende: la sua competenza e professionalità sono rare ad una età così fresca e solare come la sua. Esperta del mondo web e di creazione di eventi: le abbiamo chiesto un contributo per aiutarci, me per primo, a entrare con più intelligenza in quei meccanismi che, unendo  social media e mondo reale, possono avvantaggiare le aziende.
Lascio a lei la parola per presentarsi insieme al suo blog FuturaP.

Ciao, Futura è il mio vero nome (e non un nome d'arte come molti credono). Sono una consulente di comunicazione web, cioè aiuto aziende e brand a capirsi e a comunicare meglio in rete con le persone. Ma solo per i progetti che mi piacciono davvero. Futurap è il racconto di queste cose che mi piacciono, che il più delle volte coincidono con storie di rivoluzioni digitali e sociali. Il tutto cercando di avere un approccio analitico e riflessivo dei fenomeni. Sono un'etnografa travestita da studiosa dei social media, prima o poi mi scopriranno.

Ti sei occupata di recente di eventi su twitter (e off-line) ci racconti lo scopo? In che modo possono aiutare una azienda?

Molti credono che reale e virtuale siano due mondi separati che non si incontrano. Io credo che il social networking abbia per sempre distrutto questo grado di separazione, se mai ci sia stato. Io vado agli eventi, per lo più convegni, dove la diffusione di conoscenza dallo spazio fisico a quello virtuale (live twitting, posting di foto, commenti, geolocalizzazione) contribuisce a far circolare idee tra persone lontane. E ne giova l'individuo, l'azienda, la società tutta in realtà.

Che cosa è un evento 3.0 e a chi può servire?

Un evento 3.0 è una provocazione. è una specie di neologismo che ho coniato nel manifesto di una mia ricerca (tutt'ora in corso). E' un evento che ha come caratteristiche quelle di essere usufruibile allo stesso modo tanto da chi è presente fisicamente quanto da chi è connesso online. Un hashtag, la wifi libera, la diretta streaming e poco altro, e un evento può essere un'esperienza diffusa e in questo modo arricchita dal confronto, virale, preziosa, portatrice di relazione. 3punto0 come dicevo è una non etichetta: non ha senso cercare di dare delle definizioni certe nel mondo dell'innovazione virtuale. In questo momento un ragazzino di vent'anni da qualche parte nel Mondo ha inventato qualcosa che stravolgerà nel prossimo futuro tutte le nostre sicurezze. Conoscenza in continuo movimento, dove la prassi ha sempre la meglio sulle definizioni e sui modelli. è questa la rete, e il suo bello, non credi?

Che cosa dovrebbe fare una azienda per avere successo on-line così da farsi conoscere anche off-line?

Non preoccuparsi di avere successo, ma di creare valore.

Quali sono i passi fondamentali per costruirsi una solida web reputation? e che cosa fare per non demolirla?

Non credo che ci siano delle prassi fondamentali. Ho sempre diffidato da quei libri o da quegli articoli "10 passi per..." "tutti i segreti per...". Sono scorciatoie che non portano quasi mai alla meta, o se lo fanno è comunque un traguardo aleatorio, temporaneo, fragile. Una strategia di comunicazione online va cucita addosso ad un brand e alla gente che gira o che potrebbe girare attorno ad esso. E non è facile, per niente, in primis trovare qualcosa di interessante da dire, qualcosa che parta da una profonda e ragionata conoscenza di sé e del mondo che ti gira attorno. Ci vuole sforzo, professionalità, analisi, dedizione, ascolto. In fase preliminare, in itinere, soprattutto nel monitoraggio dei risultati.  Una delle caratteristiche per avere una buona reputazione è conquistarsi la fiducia degli altri, e questo lo fai con trasparenza, umiltà e capacità di ascolto. Che tu sia un'azienda o Futura Pagano.

Hai scritto di Groupalia e del marketing dell'errore: ho molto apprezzato il tuo intervento. Quali sono gli errori che le aziende non devono commettere?
Di errori potenziali ce ne sono migliaia. Dovuti a fattori diversi: disattenzione, disorganizzazione, pressapochismo, superficialità, impreparazione. Forse se dovessi circorscrivere quelli che portano a danni più irreversibili ti direi sicuramente quelli dovuti alla "sottovalutazione" dei mezzi comunicativi e dell'intelligenza del consumatore. Avere poco rispetto per il tuo interlocutore, questo è grave e la dice lunga sul valore di fondo che ha, o che soprattutto non ha o non dimostra di avere, un brand, un'azienda. Groupalia docet :).

Come si può usare twitter in modo saggio per il proprio business?

Twitter è un mezzo potentissimo per interconnettere in maniera veloce e vera brand e consumatori, consumatori tra di loro, brand e influencer. In realtà tutti loro tra di loro. Se mi chiedi un modo saggio capisco che siamo sulla stessa linea, nel senso che non c'è un modo vincente, ma la buona prassi può portare a risultati duraturi. Twitter è un mondo di conversazioni, e le persone con cui amo più conversare mi salutano, mi guardano negli occhi mentre parliamo, mi consigliano cose interessanti (interessanti per loro, ma anche per me), ascoltano ciò che ho da dire e mi dicono la loro, non mi parlano addosso ma aspettano che io finisca, fanno delle battute intelligenti, sorridono spesso. A volte ridono di gusto. :)

Quali aziende usano meglio il web e twitter in particolare secondo te?

Quelle che non lo usano per parlarsi addosso, ma creano valore per se stessi e per la società e aggregano una community attorno a questo. Ah, volevi dei nomi? Telecom per il corporate, Fiat per il consumer.

In che modo è possibile sfruttare la rete per farsi conoscere anche all'estero?

E' una domanda tanto generica, ci sarebbe molto da dire. In Italia tendiamo ad essere molto "provinciali" da questo punto di vista. Ti basti pensare a quanti blog sono scritti in inglese, o hanno una versione in entrambe le lingue, pochissimi. I social network ci danno la possibilità di interagire con l'estero molto facilmente. Prendere spunti per la propria formazione ed informazione e condividere news dall'estero può essere un buon punto di partenza.


grazie mille
grazie mille a te Paolo per l'intervista e ai tuoi lettori per l'attenzione. Se avete qualsiasi cosa da dire, o semplicemente per conoscerci e scambiare due chiacchiere su futurap.com trovate tutti i link ai miei profili social. A presto.
Futura

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