Intervista con Paola Peretti
Blogger, scrittrice,
direttrice del laboratorio sul Digital Marketing presso l’Università Cattolica
di Milano, personaggio
della rete, di recente autrice del saggio Marketing
Digitale, Paola Peretti
ci spiega come l’approccio in rete sia ormai la frontiera che anche le PMI
possono, e devono, superare per guadagnare vantaggio competitivo.
Può darci in 140 caratteri, o poco più,
la definizione di marketing digitale?
Il
marketing digitale identifica l'insieme di attività che attraverso l'uso dei
diversi canali digitali consentono di individuare e mappare costantemente i
bisogni della domanda, a facilitarne gli scambi in modo innovativo, costruendo
con la stessa una relazione interattiva che genererà valore nel tempo.
Perché è necessario cambiare il paradigma
di comunicazione oggi?
Perché il consumatore
è già al centro dei mezzi di comunicazione, è lui che ruota intorno ai diversi
media scegliendo come usufruirne, quando e perché. Le organizzazioni devono
imparare ad ascoltare, connettersi e coinvolgere i consumatori dal basso
seguendo un processo "bottom up", dove ogni attività è pensata come
parte di un'esperienza più ampia e dove tutto si integra, niente si
duplica.
In che modo il web e il marketing
digitale possono essere una risorsa per le PMI?
Le piccole e medie
imprese possono avere accesso ad un pubblico più ampio e targettizzato,
abbattendo i costi di marketing e comunicazione. I canali digitali consentono
ai clienti di trovare i fornitori/partner e questo per una PMI è un elemento
fondamentale. Anche in questo caso però è l'approccio che deve essere
differente, un piano di digital marketing può voler dire "farsi
raggiungere in maniera mirata, costruire un network intorno ai prodotti/servizi
offerti" e non far sapere semplicemente che si esiste. Implica anche la
possibilità di offrire servizi online che consentono di velocizzare i processi
di comunicazione e i tempi di risposta per le richieste dei clienti. Infine le
PMI possono anche utilizzare il digital come canale di vendita, il caso di Blomming, il social commerce tutto italiano, né
è un ottimo esempio.
Qual è l’impostazione strategica, il
cambio di mentalità, l’approccio nuovo che deve avere una azienda che decide di
impegnarsi in una attività di marketing digitale? Che cosa deve cambiare nel
suo modo di agire rispetto a prima?
Il cambiamento è
radicale, deve essere attivo e non passivo, deve testare e sperimentare, deve
per forza crescere analizzando con costanza i risultati e l'evoluzione dei
comportamenti dei consumatori nella rete. Deve ascoltare e comprendere prima di
agire. E infine non deve avere paura di misurarsi con canali e strumenti che
non conosce.
Quali gli errori più comuni da evitare?
Pensare che un piano
di digital marketing consista nell'aprire una pagina Facebook, un canale
Twitter, un account Pinterest e un profilo LinkedIn e poi aspettare che
qualcosa succeda. E magari postando lo stesso contenuto uguale in ognuno di
questo. E' questo l'errore più grave e spesso il più comune. Occorre avere una strategia, dare ruoli
diversi al brand nei canali digitali e soprattutto non necessariamente
utilizzarli tutti, fare delle scelte è fondamentale.
Nel suo libro parla di 5 step chiave per
costruire un piano di marketing digitale: ce li può riassumere?
I 5 passaggi chiave
sono: capire, definire, costruire e
promuovere, misurare e crescere. La comprensione e l'analisi legata
all'ascolto è fondamentale per poi definire il piano e la strategia, quindi
occorre scegliere i canali e costruire quindi lavorare sul contenuto e
sull'esperienza e la fruizione, misurare costantemente è il fattore critico di
successo, l'unico che consente insieme al coinvolgimento degli utenti di
continuare a crescere.
Il momento presente indica che l'export è
la strada da percorrere anche per le PMI anche per gli artigiani, gli stilisti:
in che modo il web e il marketing digitale potrebbero essere utile per loro?
Come ho detto in
precedenza il web consente di essere trovati dai clienti e non solo da quelli
italiani. Un qualunque widget che traduce nelle diverse lingue, inserito in un
semplice sito web, consente ad un'azienda di comunicare con i diversi paesi nel
mondo. Impostare inoltre delle campagne targettizzate con keywords nelle
diverse lingue aiuta molto in questo percorso, a cui aggiungerei azioni di
digital pr.
Come impostare una attività di marketing
digitale per l’export: i cinque punti chiave secondo lei?
- Definire obiettivi specifici e misurabili e chiari anche nel timing
- Mappare e analizzare la rete rispetto al proprio settore e al tipo di clienti che si vogliono raggiungere
- Studiare una strategia specifica che permetta di essere visibili nei canali digitali prescelti
- Connettersi
- Coinvolgere davvero le persone che entrano in contatto con l'azienda, spesso questo punto è quello che si trascura maggiormente ed è invece il più importante, l'unico in grado di dare velocemente un impatto sul business.
Quali sono i prerequisiti che devono
avere questa tipologia di aziende per accedere ad un progetto di marketing
digitale?
Affidarsi a qualcuno
(professionisti, agenzie) che abbia davvero le competenze per lavorare su un
progetto di marketing digitale, stabilire un investimento minimo e creare
sinergie con le attività che vengono svolte offline e anche con le persone che
si incontrano offline. Potremmo dire che strategia, partner e integrazione
unito alle risorse sono i prerequisiti principali.
Le PMI impegnate nel B2B possono trovare
vantaggi nel includere il web nelle loro campagne di marketing? come?
Possono ridurre il
costo per contatto utile notevolmente e semplificare i processi legati al
pre-acquisto, all'acquisto e alla fidelizzazione nel tempo.
E da ultimo come integrare un piano di
marketing digitale con azioni di marketing nella vita reale?
Come dicevo in precedenza l'integrazione è
importante, anche un meeting, un evento, una fiera possono diventare momenti di
scambio utile per ottimizzare contenuto e modalità di fruizione dell'esperienza
online. Bisogna ricordarci che ormai, con lo sviluppo degli smartphones, siamo
sempre connessi è un continuum, per cui le occasioni per integrare sono
costanti e molteplici.
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