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Mark Twain.


venerdì 27 luglio 2012

L'Italia nel mondo: il rapporto ICE

Riprendo e ripubblico volentieri questo testo dell'ICE (l'originale è reperibile qui) che propone i dati relativi allo sviluppo economico italiano nel mondo.

Ecco i punti chiave

1) L'export continua a essere unico elemento di crescita,

2) si nota un incremento delle esportazioni del 3,9%

3) le esportazioni nel 2012 crescerebbero in volume a ritmi in linea con quelli previsti per il commercio mondiale -> +2,4% 

4) Ecco le performance dell’Italia sui mercati: L’Italia continua a andare bene in USA (+15,1%), Giappone (+19,8%) e Russia (8,4%) mentre sperimenta un sensibile calo (-11,8%) in Cina. 


A questo link invece trovare il rapporto Prometeia che guarda al futuro suggerendo i trend e le opportunità da cogliere per il 2012.
Buona lettura! 



L’ITALIA NELL’ECONOMIA INTERNAZIONALE: IL RAPPORTO ICE PRESENTATO NEL CORSO DI UN CONVEGNO A CUI E’ INTERVENUTO IL MINISTRO PASSERA


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Il 19 luglio scorso e’ stata presentata la ultima edizione del Rapporto "L'Italia nell'economia internazionale", il principale strumento di informazione e di analisi sul posizionamento competitivo dell’Italia nel contesto dell’economia internazionale e prodotto informativo di eccellenza dell’ICE.

Al Convegno per la presentazione del Rapporto e’ intervenuto il Ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera. “I prodotti delle nostre imprese – ha dichiarato il Ministro - si confermano molto attrattivi per i mercati globali e testimoniano la capacità di reazione del nostro sistema produttivo. L’export continua ad essere tra le voci che contribuiscono in misura più incisiva alla formazione del nostro PIL, così come la specializzazione produttiva resta un punto di forza del nostro Paese. Ora bisogna insistere in questa direzione, accelerando sulla riorganizzazione della rete estera, concentrando le iniziative di promozione in mercati per noi strategici e rafforzando il volume di investimenti diretti esteri verso il nostro Paese. Sono questi gli obiettivi che ci siamo dati ieri insieme alle principali forze produttive del Paese, durante la prima riunione della Cabina di regia per l’internazionalizzazione”.

Il Presidente dell’Agenzia ICE, Riccardo Maria Monti, che ha introdotto e moderato il Convegno, ha sottolineato come l’internazionalizzazione sia sempre di più una scelta obbligata per le nostre imprese. “Nonostante la crisi economica – ha osservato Monti - in Italia il numero degli esportatori resta stabile ed elevatissimo: 205 mila esportatori di cui molti organizzati all’interno di importanti distretti industriali. Per le caratteristiche della nostra struttura produttiva prevalgono le imprese più piccole: su 205 mila il 60% fattura circa 100mila euro; le prime 1000 imprese fanno il 50% del fatturato all'export. Per questo agli incentivi al sostegno dell’internazionalizzazione è necessario abbinare incentivi alla crescita dimensionale e ai processi di aggregazione per filiere, al fine di consentire alle PMI di agganciare i segmenti più remunerativi delle catene mondiali del valore. Anche questo sarà uno dei compiti della nuova Agenzia ICE”.

Giampaolo Bruno, Dirigente dell’Area Studi dell’ICE, Enrico Giovannini, Presidente ISTAT, Giorgia Giovannetti, Università di Firenze, eSergio De Nardis, Capo Economista di NOMISMA hanno presentato ediscusso i temi che emergono dalle analisi condotte sui dati 2011 e sui primimesi del 2011.

In sintesi:
  • L'export continua a essere unico elemento di crescita, i dati di contabilità nazionale aggiornati al primo trimestre 2012 segnalano infatti un contributo positivo della domanda estera netta alla variazione del PIL di 0,9 punti percentuali. Data la contrazione della domanda interna, l’internazionalizzazione appare sempre più come una scelta obbligata per le nostre imprese.

  • I dati dei primi 5 mesi dell’anno mostrano un incremento delle esportazioni del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2011 e, nel mese di maggio un surplus di oltre un miliardo di euro nonostante il peggioramento del deficit energetico, in gran parte dovuto alla contrazione delle importazioni (-5,5% gennaio-maggio) a causa della debolezza della domanda interna. L’aumento delle esportazioni è concentrato nei paesi extra UE (+9,3%) a fronte di una stagnazione (-0,1%) delle vendite sul mercato più importante per le nostre imprese, l’Unione Europea, le cui prospettive di crescita non appaiono promettenti a causa delle difficolta’ della domanda interna dei principali partner commerciali dell’Italia.

  • Secondo le stime di Banca d'Italia le esportazioni nel 2012 crescerebbero in volume a ritmi in linea con quelli previsti per il commercio mondiale - +2,4% - favorite dal recente deprezzamento dell’euro. Le vendite all’estero sarebbero principalmente indirizzate verso i mercati esterni all’area euro, caratterizzati da ritmi di sviluppo più sostenuti.

  • La meccanica si conferma Il punto di forza dell’ItaliaTuttavia l'economia è ancora trainata dai settori tradizionali come calzature, pelletteria, agro-alimentare. L’innovazione è la vera marcia in più, presente sia nella meccanica che nei settori tradizionali. Farmaceutica e metallurgia sono tra i settori che hanno espresso i tassi di crescita delle esportazioni più alti.

  • Nonostante la crisi economica, in Italia il numero degli esportatori resta stabile ed elevato: 205milaesportatori, di cui il 60% fattura circa 100mila euro; le prime 1000 imprese fanno il 50% del fatturato all'export. Per questo è importante adottare politiche pubbliche di sostegno all'export per consentire a queste imprese di presidiare i mercati più dinamici ma anche incentivare la loro crescita dimensionale e i processi di aggregazione per filiere, al fine di consentire loro di agganciare i segmenti più remunerativi delle catene mondiali del valore.

  • Si conferma la forte concentrazione territoriale delle vendite all'estero: i primi 172 Sistemi Locali(aggregati su cui si costruiscono i Distretti), su un totale di 686, generano il 91,8% del totale delle esportazioni. Fra i sistemi che apportano il contributo più significativo alle esportazioni nazionali, 117 sono localizzati al Nord, 35 al Centro (soprattutto in Toscana e nelle Marche) e 20 nel Mezzogiorno (dei quali i primi sette contribuiscono per oltre il 50% all'export totale dell'area). Il contributo dei sistemi del Made in Italy alle esportazioni nazionali è pari al 43,7%, di cui il 13,5% ascrivibile ai settori tessile, pelli e abbigliamento e il restante 30,2% agli altri sistemi del Made in Italy. Il 61,5% di queste esportazioni è diretto verso i paesi Ue.

  • Le regioni insulari (+20,4%) e quelle del Centro (+9,1%) presentano una crescita superiore a quella media nazionale (pari al 5,5%), mentre l'aumento tendenziale è particolarmente contenuto per l'Italia meridionale (+1,4%). In generale, il divario nei processi di internazionalizzazioni tra Regioni del Nord e Regioni del Sud è ancora elevato e tende ad aumentare, anche se, nel primo trimestre, si segnala una crescita delle vendite sui mercati esteri superiore alla media nazionale per Puglia (+10,1%) e Campania (+7,5%);

  • Elementi di dinamismo si registrano negli investimenti che nel 2011 hanno contribuito alla forte crescita sia dei flussi in uscita che in quelli in entrata. Sono 7.500 le imprese che investono all’estero per oltre 27.000 imprese partecipate, occupano oltre 1,5 milioni di dipendenti e generano un fatturato di 565 miliardi di euro.L’attività di investimento non ha fatto segnalare interruzioni a causa della crisi. A livello settoriale, gli investimenti si concentrano nel commercio all’ingrosso (55%), nell’industria manifatturiera (26%), nei servizi alle imprese (12%), utilities e costruzioni (7%);

  • Performance dell’Italia sui mercati: L’Italia continua a andare bene in USA (+15,1%), Giappone (+19,8%) e Russia (8,4%) mentre sperimenta un sensibile calo (-11,8%) in Cina. La flessione riflette le difficoltà di macchinari (-34,8%), apparecchi elettrici (-37,2%), metalli (-26,8%) e prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-11%). Bene i prodotti della moda con aumenti generalizzati (+24,1%). Sara’ dunque importante riuscire a sfruttare le opportunità associate al cambiamento del modello di crescita cinese. Le opportunità riguarderanno sia i beni di consumo (crescita della classe media, crescente urbanizzazione) che i beni di investimento (domanda di qualità, flessibilità, innovazione, integrazione tecnologica).

Giunto alla sua 26ma edizione, il Rapporto, realizzato dall'ICE, viene presentato congiuntamente all'Annuario statistico, frutto della collaborazione tra l'ICE e l'ISTAT nell'ambito del Sistema statistico nazionale (SISTAN). Il Rapporto fornisce un quadro sulla struttura geografica e settoriale e sulla dinamica del commercio estero e dell'internazionalizzazione dell'Italia in rapporto a quella di altri paesi, accanto ad una serie di approfondimenti monografici sui temi di maggiore attualità. Un apposito capitolo esamina in particolare le modalità di internazionalizzazione delle imprese italiane. La realizzazione del lavoro avviene con la collaborazione di un Comitato editoriale di cui è Presidente il prof. Fabrizio Onida e del quale fanno parte Banca d’Italia, Istat, SACE, Simest, Prometeia, oltre a diversi professori ed esperti di economia internazionale. 

L’Annuario ISTAT-ICE - Commercio estero e attività internazionali delle imprese si pone l’obiettivo di mettere a disposizione un’ampia base informativa sugli scambi di merci e servizi e sugli investimenti diretti esteri dell’Italia. Il primo volume - Merci, servizi, investimenti diretti - presenta, oltre ai tradizionali dati di commercio dell'Italia in serie storica, dati di fonte internazionale ed un'analisi delle attività delle imprese all'estero. Il secondo volume (disponibile solo in versione elettronica) - Paesi, settori, regioni - organizza i dati in schede tematiche dedicate a paesi, aree geografiche e geoeconomiche, settori economici, regioni e province italiane.
Per saperne di più:
Visualizza il Rapporto e le presentazioni del Convegno

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