Un blog per vendere all'estero
Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.
“Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna”
Mark Twain.
lunedì 31 dicembre 2012
L'italianità e l'export
Qualche giorno fa sul blog dedicato alla vendita ho pubblicato in due parti l'intervista a Randall Murphy, fondatore e presidente di Acclivus, una prestigiosa società di formazione per forze di vendita con sede a Dallas, in Texas.
Nella seconda puntata, in conclusione, dopo aver parlato di come modificare l'approccio commerciale in questi anni di crisi, ho chiesto a Randall di dare qualche consiglio alle aziende italiane che intendono esportare negli Usa e quali siano le strategie da seguire.
Gli essenziali suggerimenti, spunti chiari e lineari, forniti dal fondatore di Acclivus, sono in realtà una miniera di linee guida. Ecco che cosa mi ha risposto Randall:
Chiaramente per dare una risposta precisa bisognerebbe distinguere i diversi mercati e settori, che richiedono approcci anche diversi. In generale direi che l’America è sempre ben disposta verso l’Italia: c’è molta curiosità verso il “made in Italy”. La qualità si ritiene sia molto fine. Dovreste fare leva al meglio sui vantaggi derivanti dal vostro brand “culturale”, sul bello dell’Italia. Raccontate storie: sul vostro Paese, su che cosa fate, come lo fate, quanto l’ “italianità” influenzi i prodotti che state vendendo. Lasciate che sia la vostra fama a lavorare per voi.
Lavorare sull'italianità e raccontare la nostra fama vuol dire non solo pianificare una strategia di marketing, anche sul web, adeguata a descrivere la nostra forza, ma vuol dire poi dare seguito, rispettare questa apertura di credito, confermare la fiducia.
Siamo pronti a farlo?
venerdì 28 dicembre 2012
Digitalizzarsi per battere la crisi
Stereotipo
vuole che il piccolo imprenditore tradizionale sia sovente avverso
all’innovazione tecnologica, soprattutto quando essa riguarda le nuove
tecnologie informatiche. Uno stereotipo, questo, che diversi tra i casi
esaminati si incaricano di smentire.
La
Lavanderia Lampo di Mortara, in provincia di Pavia, era fino a qualche anno fa
una comune lavasecco di paese, con laboratorio e punto vendita, come ce ne sono
tante. Ora è un “colosso” con un bacino potenziale di circa trentamila clienti,
cinque punti vendita, di cui due a Malpensa e uno a Linate, leader di mercato
nella concierge aziendale con clienti come il
Comune di Milano, Airfrance, Alitalia, Nokia e Microsoft. Un percorso di
crescita, questo, in cui la digitalizzazione non ha un ruolo secondario,
soprattutto in prospettiva: come racconta il titolare
“abbiamo i contratti in mano perché abbiamo customizzato il servizio informatizzandolo. Ogni capo avrà un microchip e la sua storia sarà informatizzata".
Si tratta di un’etichetta di
stoffa ad altissima tecnologia, dalle dimensioni inferiori a un quarto di un
bottone, che si può termofissare alle etichette e che resiste benissimo alle
alte temperature.
Sempre secondo il titolare, “usando questa tecnologia possiamo rinnovare i contratti chiudendo il 10% in più di quel che chiedevamo finora, nonostante la crisi" in quanto previene problemi legati allo smarrimento dei capi e al loro
deterioramento.
Lo
stesso vale per i saloni Anna José Parrucchieri, piccola realtà imprenditoriale
che nasce a Codogno nel 1978 e che si espande sulle vicine realtà di Lodi e
Casalpusterlengo. Nel 2011 la svolta digitale: vengono riprogettate le
postazioni di lavoro, con l’adozione di specchiere multimediali sia per
l’intrattenimento della cliente durante la sua permanenza in salone, sia per
la ricerca in rete di ispirazione ai look - la specchiera multimediale offre
alla cliente la possibilità di simulare un cambiamento del proprio look
apponendo al viso della stessa acconciature con tagli e colorazioni diverse -
sia per la comunicazione di iniziative, promozioni ed eventi con orientamento
al marketing. Sempre nel medesimo anno viene ridisegnato il sito internet, da
cui si accede direttamente alle pagine Facebook, Twitter, Linkedin e Youtube
del salone, aggiornate
quotidianamente con proposte e informazioni sugli eventi realizzati, promozioni
in corso e link sulla moda, abiti e capelli
Altro caso particolarmente significativo, quello della camiceria
NeroNote di Ancona, che vende online camicie italiane interamente
personalizzabili dall’utente stesso. In questo modo, racconta il titolare, "ogni singolo utente diventa parte attiva del processo di creazione del valore, secondo il trend della customizzazione di massa".
L’insieme di combinazioni permesse
dal sito supera attualmente i 15 miliardi, una vetrina virtuale infinita che
rende NeroNote uno dei brand di camicie presenti sul mercato con la più ampia
scelta di personalizzazioni. Anche NeroNote ha tratto riscontri immediatamente
positivi dalla sua strategia di digitalizzazione del business: oltre 10.000
utenti registrati, oltre 6.000 camicie realizzate e consegnate - “l'equivalente di circa 10 negozi medi specializzati in camicie"-
ed elevata fidelizzazione della clientela (i primi mille utenti hanno sinora
acquistato una media di 2,4 camicie a testa).
Questi tre esempi, ben lungi dall’essere omnicomprensivi delle
tendenze in atto, forniscono tuttavia alcuni interessanti elementi di
riflessione. Il primo dei quali rimanda al fine ultimo per il quale ognuna
delle realtà esaminate ha avviato il proprio processo di innovazione digitale:
quello, cioè, di personalizzare quanto più possibile l’offerta, con la
consapevolezza della nuova centralità che, in tale scenario, viene ad assumere
l’utente-cliente. Non più ultimo anello fordista di una catena del valore
governata dall’impresa - un’offerta limitata di tagli di capelli o di camicie,
lavaggi che non tengono conto della “storia” dei tessuti - ma che sempre più si
trova al centro di una ragnatela del valore che si sviluppa attorno ai suoi
bisogni e ai suoi desideri. Come racconta ancora il titolare di NeroNote, “l'idea di base p che la domanda cumulata dei modelli "meno popolari" in virtù della loro cardinalità può eguagliare o superare quella dei modelli comuni. Questo è possibile grazie al fatto che si opera con una vetrina virtuale potenzialmente illimitata ed una efficiente supply chain just in time. I dati consuntivi hanno confermato completamente le aspettative".
Una strategia di
personalizzazione del prodotto-servizio, questa, che senza architettura
digitale sarebbe stata di fatto inconciliabile con l’esigenza di fare economie
di scala e che, con i suoi corollari di flessibilità, creatività e innovazione,
torna ad avere quello spazio che l’avvento della razionalizzazione
organizzativa fordista le aveva sottratto.
venerdì 21 dicembre 2012
MondoPMI: il web e l'export spiegati alle aziende
La rete si è accorta
delle PMI, sarebbe ora che queste si accorgessero della rete! Esagero, è ovvio,
ma con un po’ di cognizione di causa. Tra le tante novità interessanti, oltre
al portale
che aiutare le start up, ecco MondoPMI
un bellissimo mondo digitale che offre molte opportunità a chi vuole
approfittare del web per imparare e trarre spunti interessanti. Ne parlo con
Juri Leo, che si autodefinisce –a ragione- SEO & Web Marketing specialist
di professione.
Passionate
writer di MondoPMI, interessato ai temi di innovazione e crescita nelle Piccole
Medie Imprese:
1. qual è la
finalità del vostro portale?
MondoPMI nasce
per dare supporto informativo alle Piccole Medie Imprese. È un blog ricco di
approfondimenti sui temi più rilevanti per le aziende, dai finanziamenti alle
ultime novità in campo amministrativo. MondoPMI punta a qualificarsi
come un aggregatore di contenuti, avvalendosi anche della collaborazione
di istituti come Banca IFIS, Salone d’Impresa, Studio Baldassi e lo Studio
Tributario Societario.
2. Quali vantaggi
trova una azienda nel seguirvi?
La
relazione che MondoPMI instaura con i propri utenti è duplice: da un lato offre
informazioni sempre aggiornate in merito ai diversi aspetti dell’attività
d’impresa in Italia, dall’altro propone la possibilità di collaborare
attivamente alla realizzazione dei contenuti, attraverso la pubblicazione di
articoli e testimonianze dirette di imprenditori e giornalisti.
Il
risultato è un portale che dà, allo stesso tempo, voce e ascolto agli
imprenditori: si tratta di un’opportunità non di poco conto per chi, oggi, fa
parte di una PMI.
3. Quali servizi
offrite alle aziende?
Principalmente
un servizio informativo di qualità dedicato alla Piccola Media Impresa.
Inoltre gli imprenditori che seguono MondoPMI possono – come ho detto - mettere
a valore la propria esperienza pubblicando la propria testimonianza online, ma
non solo. MondoPMI ha scelto di puntare anche sulla multicanalità per ampliare
la propria community e dare seguito alla condivisione dei contenuti del
portale. Grazie al gruppo
dedicato su LinkedIn ed al profilo Twitter,
ad esempio, è possibile stimolare il dialogo e lo scambio informativo tra i
diversi utenti, proporre temi di discussione rispetto ai quali attingere a
spunti e punti di vista diversi e creare nuovi contatti. In quest’ottica
vengono sviluppate anche nuove iniziative, come NataleImpresa, un progetto
pensato per dare maggiore spazio, nel periodo delle feste, ai temi cari agli
imprenditori e alle loro esigenze. Settimanalmente raccogliamo in nostri
contenuti in una newsletter che inviamo ai nostri lettori, in modo che possano
ritrovare le notizie della settimana in maniera immediata.
4.
Dal vostro osservatorio che immagine avete delle PMI oggi?
La crisi globale ha
trasformato radicalmente anche lo scenario economico locale, mettendo sotto
pressione il sistema della Piccola Media Impresa che ha dovuto, in molti
casi, puntare su un’importante ristrutturazione aziendale per difende la
propria competitività. Attualmente sono ancora sane le imprese che sono state
in grado di innovare e
internazionalizzare, rispondendo in maniera adeguata alle richieste del
mercato. Parallelamente abbiamo assistito ad una crescente difficoltà di
accesso al credito, soprattutto da parte di aziende di piccole dimensioni,
incluse quelle che possono vantare una buona attività produttiva. Sono diverse,
infatti, le imprese virtuose che risentono dell’eccessivo dilatarsi dei tempi
di pagamento dei propri clienti, siano essi imprese o pubbliche
amministrazioni. Molte, pertanto, le imprese che cercano informazioni anche sul
nostro blog per risolvere alcuni problemi di liquidità, o ottimizzare le
proprie risorse.
5. Quali sono le
prospettive di crescita per le PMI oggi?
Si
punta soprattutto su integrazione verticale (lungo una filiera produttiva),
competenza come fattore chiave della competitività e crescita non soltanto
dimensionale.
6. Si parla di rete
di imprese: che cosa è realmente possibile fare?
Per
competere in un contesto globale sempre più propenso all’internazionalizzazione
è importante che aziende ed istituzioni lavorino insieme per favorire
l’aggregazione delle Piccole Medie Imprese. In quest’ottica il Governo ha
operato, nell’ambito della recente attuazione del Decreto Sviluppo,
un’importante semplificazione normativa del contratto di rete, ma molto è
ancora da fare per permettere alle aziende italiane meno strutturate di poter
competere con le grandi realtà europee.
Le
opportunità offerte da tale strumento sono potenzialmente moltissime; tuttavia,
affinché diventino concrete, è necessario anche un cambio di mentalità da parte
degli imprenditori: è importante capire che fare rete non significa ridurre la propria autonomia decisionale, ma
piuttosto creare nuove occasioni di business per aziende altrimenti escluse
dalla competizione con realtà maggiormente strutturate. Va creato un nuovo
circolo di imprenditorialità.
7. PMI ed export:
quale la strada per uscire dal buco del mercato interno?
Sempre
più frequentemente, la persistente debolezza della domanda interna spinge anche
aziende di piccole dimensioni a cercare sbocchi all’estero e questa è un’enorme
opportunità, oltre che una necessità.
Presidiare i mercati internazionali, però, non è
cosa semplice: bisogna disporre del necessario know-how per operare in aree
geografiche diverse da quella di provenienza e, spesso, di risorse ingenti per
gestire la rete commerciale e quella di fornitura.
In
molti casi, le PMI italiane che esportano con successo all’estero hanno saputo
costruire reti anche oltre i confini nazionali, puntando su percorsi di
innovazione consolidati prima che su vantaggi di costo e tutelando tre dei più
importanti fattori critici di successo della nostra economia produttiva:
qualità, flessibilità e personalizzazione.
Attenzione
però a non affrettare le strategie di internazionalizzazione: tra gli errori più
comuni commessi dagli imprenditori in quest’ambito c’è quello di approcciare il
mercato estero come quello nazionale. Il successo, invece,
dipende dalla conoscenza dei player di mercato nel territorio: è importante
studiare nei minimi dettagli i consumatori finali, i fornitori e le normative
vigenti nel Paese di arrivo.
8. PMI e rete: quali
gli errori che vi capita di vedere più frequentemente? e….
L’ingenuità principale è una: non capire realmente i
benefici offerti dal Web. Spesso gli imprenditori considerano l’apertura ai
social network ed, in generale, ad Internet una sorta di eccessiva spettacolarizzazione
o, addirittura, un rischio. Il tema più difficile da far comprendere agli
imprenditori è che anche eventuali critiche pubbliche costituiscono un
importante feedback per i prodotti o servizi offerti. Sembra paradossale, ma
esistono PMI presenti sui canali social che non lo segnalano sui propri siti
web istituzionali, quasi a nascondersi o ad aver timore di essere presi meno
sul serio. Essere trasparenti non è facile per nessuno, ma il vantaggio
competitivo ottenibile dalla presenza social può essere una fonte preziosa di
successo.
Attenzione
anche al target di riferimento: come ogni servizio, anche i diversi social
network hanno il loro pubblico target. Errore comune è quello di generalizzare
e proporre gli stessi contenuti su più piattaforme, indistintamente.
9. …quali le
opportunità che oggi non andrebbero assolutamente perse?
Ad
oggi ritengo fondamentale essere consapevoli che il social CRM è il presente e,
certamente, rappresenta il futuro più prossimo. Conoscere i propri clienti
sotto ogni punto di vista, inclusa la loro presenza online, nonché la capacità di
ascoltarli e dialogare con loro rappresenta un processo necessario per
costruire una base di utenti fedeli e soddisfatti dell’offerta aziendale.
Un altro filone è quello del commercio elettronico:
molte ricerche confermano che i tassi di crescita più elevati entro i prossimi
5 anni sono quelli rappresentati dal mobile commerce, cioè basato sugli
smartphone e sui device portatili. Iniziare immediatamente ad riprogettare i
propri siti web aziendali in tale direzione è dunque prioritario.
10.
Nataleimpresa: ci potete raccontare meglio questa vostra
iniziativa?
Volevamo
trovare un nuovo modo per parlare di crescita, individuando esigenze concrete a
cui poter dare seguito nel dialogo con la Rete e non solo. Da qui nasce NataleImpresa,
un contenitore di desideri per tutti gli imprenditori che, nonostante le
difficoltà portate dalla crisi, hanno voglia di far sentire la propria voce e
tornare a far crescere ed innovare la propria attività.
Di tutti i desideri
natalizi espressi su Twitter (attraverso l’hashtag #NataleImpresa) o
su www.mondopmi.com/natale-impresa,
verranno pubblicati i più interessanti in uno speciale articolo di MondoPMI.
Inoltre, i primi articoli e i progetti del 2013 di MondoPMI saranno dedicati a
sensibilizzare e coinvolgere i nostri utenti sui temi più sentiti emersi
proprio durante questa iniziativa.
martedì 18 dicembre 2012
Antonio Oteri ci spiega il Brasile
Antonio Oteri, fondatore e manager del gruppo
Linkedin Italian
doing business in Brazil, presente sui vari social, tra cui Facebook e Twitter, consulente, scrittore, esperto
del Brasile dove vive da parecchi anni: che cosa potevo trovare di meglio per
parlare del mercato di quella che è definita la
quinta potenza economica al Mondo? Lascio dunque subito a lui la parola per
spiegarci meglio questo paese-continente dall’altra parte del mondo.
1)
Due libri con destinazione Brasile: ci
racconti brevemente che cosa hai scritto e perché?
I due libri sono legati al Brasile ma hanno due finalità differenti.
Il primo “Operazione Fräulein. Come sposarsi e vivere Felici.
Dall’Italia al Brasile con Passione”, è nato da un mio desiderio personale affettivo ma anche da una specifica
richiesta di molte persone che volevano conoscere il segreto di come fossi
riuscito a evitare la crisi economica europea, approdare in un paese emergente
e realizzare al tempo stesso il sogno della mia vita, ossia
avere una famiglia numerosa che potesse crescere in un contesto sociale
positivo.
Il secondo “Ciao
ciao Italia. Vado a vivere in Brasile. Istruzioni e suggerimenti da emigranti
di successo”, è legato alla mia attività di networking che ho sempre svolto
in parallelo al mio lavoro nella gestione della Information Technology in
aziende del ramo Telecom. Molte persone che avevano il desiderio o si
accingevano a
tentare il grande passo verso il Brasile, spesso mi chiedevano come potesse
essere possibile muoversi per affrontare le varie difficoltà da emigrante senza
correre il rischio di fallire
miseramente e tornarsene a casa in una situazione peggiore di quando erano partiti. Per entrambi ho potuto contare sull’aiuto di un valido scrittore emergente,
Vincenzo Russo, con cui ho lavorato quotidianamente a stretto contatto.
2) Il Brasile rappresenta un mondo
da sogno: calcio, bellezze locali, spiagge e adesso anche prospettive
commerciali. È davvero così?
Dipende dai punti di vista e dal modo di come si affronta la sfida. Come in
ogni luogo, tutto quello che appare bello e accattivante bisogna conquistarselo
impegnandosi duramente. Purtroppo molti italiani si sono abituati ultimamente a
volere avere tutto pronto e hanno perso lo spirito propositivo di esploratori e
conquistatori che avevano le vecchie generazioni ossia gli italiani di una
volta. Lo spirito con cui sono stati scritti i due libri è di risvegliare, in
forma differente, la positiva attitudine di molti italiani che hanno avuto
successo nella famiglia e nel lavoro mettendo in campo la capacità di evitare
insidie e imboscate e di pianificare azioni vincenti imparando da chi aveva
saputo affrontare vittoriosamente le proprie conquiste.
3) Quali settori industriali
italiani dovrebbero veramente considerare il Brasile come un mercato sul quale
investire subito?
Nel libro sono dettagliati i principali settori. Ne cito qualcuno come
esempio: l’edilizia, l'energia, l’agricolo, il meccanico, la tecnologia applicata
all’agro-alimentare, l’Information Technology, la moda. Il fotovoltaico
potrebbe avere degli interessanti sviluppi.
4) Quali gli errori da non
commettere avvicinandosi al mondo brasiliano?
Occorre evitare di considerare il Brasile semplicemente una terra di
conquista e un mercato dove potere piazzare le merci invendute in Italia.
Bisogna sapere che brasiliano è un cliente che non vuole lo stesso prodotto del
consumatore italiano, ma di un prodotto specifico adatto al clima e al gusto tropicale
e con un’assistenza post-vendita specifica. Un altro errore è di pensare di esportare
senza produrre o aprire una rappresentanza di supporto locale. Le tasse
brasiliane sono molto alte che possono arrivare fino al 100% del valore della
merce e molto più complicate di quelle italiane con differenze forti anche da
stato a stato o da comune a comune. Se si esporta senza tenere conto di tali
variabili, si rischia di avere un prodotto fuori mercato a causa del prezzo e dei
possibili problemi di distribuzione in un paese immenso e col più alto livello
di frodi al mondo.
5) Sono molti gli intermediari che
si offrono per guidare PMI e artigiani italiani in Brasile: quali i criteri per
sceglierli?
Ci sono molti intermediari, che spesso non sono in grado di valorizzare
adeguatamente i prodotti italiani. La soluzione migliore è quella di trovare un
italiano residente in Brasile che sappia capire le due culture e con la
capacità di pianificare come attaccare il mercato. Sono riuscito personalmente ad
aiutare le PMI costituendo una grande rete sociale, Italians Doing Business in
Brazil, che in quattro anni è arrivata a circa 3.000 aderenti e che, attraverso
la rete LinkedIn, supporta il contatto diretto tra i diversi aderenti e lo
scambio di importantissime informazioni in forum dedicati. Insieme con altri gestori,
controllo continuamente il comportamento degli aderenti riuscendo a proporre dibattitti
specifici con articoli e materiale di alto livello. Il tutto in modo spontaneo e
guidati dal principio del networking, cioè attraverso la condivisione e la collaborazione.
6) Vivere in Brasile: che cosa
cambia? Che cosa si “perde” e che cosa si “guadagna”?
A parte qualche eccezione, molti italiani si sentono a casa propria. Nella
prefazione del libro, il console aggiunto dell’Ambasciata Italiana riporta che in
Brasile vivono trenta milioni di figli di italiani, di cui la metà nello stato
di San Paolo. Quindi per le PMI italiane, non è si difficile gestire il mercato
Brasiliano. Occorre sapere applicare le idee di business italiane: il mercato
si presta facilmente alle idee di come portare qualcosa dall'Italia qui in
Brasile o viceversa. Lo faccio spesso anch’io. Sono convinto che il Brasile
offra un mondo di opportunità che bisogna cogliere con la dovuta preparazione e
spirito imprenditoriale professionale.
7) Come si vede l’Italia dal
Brasile? Che cosa se ne pensa?
L’hanno spiegato i cinquanta professionisti affermati in una lunga
intervista. In sintesi posso confermare che in Brasile c'è molta ammirazione e
stima verso l’Italia. Attrazione per la storia, per le automobili, per i molti
cibi prelibati, per la moda, per il calcio, per la musica, per i pittori e gli
altri artisti, per gli elicotteri, per le imbarcazioni, e per molto altro
ancora. Personalmente non ho mai capito perché molti italiani si sono lanciati
nel mercato cinese, molto più avverso e complicato, rispetto a quello
brasiliano che è disponibile a essere conquistato da un paese con molte affinità
come l'Italia.
8) Torniamo ai tuoi libri: perché
leggerli?
I libri sono un invito ad affrontare la vita con felicità e allegria, e al
tempo spesso, un invito a una riflessione di come raggiungere obiettivi
concreti e con un approccio strutturato e metodico tipico di chi ha il
desiderio di conquistare grandi mete. Per riuscire nella vita bisogna essere
preparati adeguatamente ad affrontare contro le peggiori insidie. Penso che tutti
dobbiamo essere umili a imparare da chi è in grado di aiutarci a capire cosa studiare,
come reagire quando dobbiamo affrontare un certo problema, quali errori evitare
di commettere.
La mia esperienza nel matrimonio e nel lavoro insieme alla saggezza e la capacità
di tanti italiani affermati aiuteranno molte persone a ritrovare i giusti
stimoli a costruire il proprio futuro con meno pessimismo e più voglia di
affermarsi.
Per terminare posso affermare che c’è anche motivo letterario per leggerli
nel tempo rubato agli impegni: entrambi i libri si lasciano leggere tutto di un
fiato, con uno stile scorrevole e coinvolgente.
9) Un consiglio dall’estate
brasiliana all’inverno italiano: come guardare al futuro con serenità e
speranza?
Quando nel 1992 ho iniziato a intravedere il declino italiano, ho avuto la
sensazione che l’Italia aveva perso una generazione o forse due. Nel Belpaese
la gente si trova impantanata in una situazione difficile perché da una parte
un gruppo vasto di "veterani" non vuole perdere i privilegi
acquisiti, dall’altra non si trovano più soldi per sostenere tali privilegiati
e lo stato sociale al tempo stesso. Poi c’è il grosso problema del lavoro che
coinvolge tantissimi giovani che si trovano nella condizione di non potere
contare su un futuro certo, di non potere crescere e acquisire l’esperienza
lavorativa e manageriale per potere permettere all’Italia di rimanere tra i
primi paesi più industrializzati. L'Italia rischia di perdere molte posizioni in
alcuni decenni.
A distanza di anni ho una maggiore consapevolezza della validità delle mie
scelte e che non avrei potuto mai cambiare il mio adorato paese; oggi ho la
convinzione di avere trovato probabilmente il paese più vicino alla mia cultura
siciliana, così sono emigrato in Brasile.
Il come ci sia riuscito, e come ci siano riusciti molte altre persone che
raccontano la propria esperienza, lo potete sapere leggendo le pagine di due
bei libri. Parola di Antonio Oteri e Vincenzo Russo.
mercoledì 5 dicembre 2012
Digitalizzazione ed export
Per uscire dalla crisi bisogna osare e rompere i limiti: sia quelli geografici, guardando all'export, sia quelli tradizionali, usando la rete.
Ecco un breve estratto della trasmissione di Focus Economia di qualche giorno fa dedicata a questo tema nel giorno della pubblicazione del rapporto annuale di Unicredit per le PMI dal titolo Sfide e opportunità della digitalizzazione del quale ci occuperemo nei prossimi giorni per commentare i punti salienti.
Quattro brevi audio per riflettere sulla strada da prendere.
Primo
Secondo
Terzo
Quarto
Ecco un breve estratto della trasmissione di Focus Economia di qualche giorno fa dedicata a questo tema nel giorno della pubblicazione del rapporto annuale di Unicredit per le PMI dal titolo Sfide e opportunità della digitalizzazione del quale ci occuperemo nei prossimi giorni per commentare i punti salienti.
Quattro brevi audio per riflettere sulla strada da prendere.
Primo
Secondo
Terzo
Quarto
sabato 10 novembre 2012
La fine del mercato domestico ed Europeo
Pubblico molto volentieri alcuni estratti dalla puntata di Focus Economia di ieri sera, venerdì 9 novembre.
Gli audio che trovate qui sotto ci aiutano a capire come pianificare una uscita dalla crisi mostrando che chi oggi non solo riesce a rimanere a galla, ma cresce e trascina con sé l'indotto, sono le imprese che raggiungono i mercati extra-europei.
Buon ascolto!
La situazione congiunturale dei primi nove mesi del 2012
La fine del mercato domestico (Italia ed Europa): come fare per guardare fuori dalla scatola europea
La situazione delle imprese dell'arco alpino: sfide e successi
Gli audio che trovate qui sotto ci aiutano a capire come pianificare una uscita dalla crisi mostrando che chi oggi non solo riesce a rimanere a galla, ma cresce e trascina con sé l'indotto, sono le imprese che raggiungono i mercati extra-europei.
Buon ascolto!
La situazione congiunturale dei primi nove mesi del 2012
La fine del mercato domestico (Italia ed Europa): come fare per guardare fuori dalla scatola europea
La situazione delle imprese dell'arco alpino: sfide e successi
mercoledì 7 novembre 2012
L'importanza delle pubbliche relazioni nel processo di internazionalizzazione
Dopo il primo intervento di qualche settimana fa, restituisco volentieri la penna a Roberto Iacobino, Presidente di Peopleware Solutions, che ci spiega come anche le PR siano un elemento chiave della strategia per andare all'estero con successo.
Spesso, quando affrontiamo un processo di internazionalizzazione all’interno
di un’azienda, noi professionisti ci scontriamo con la poca conoscenza che gli
imprenditori hanno delle Pubbliche Relazioni e dell’importanza che questa
disciplina riveste in un processo di crescita aziendale.
Infatti, al di là di ogni attività mediatica e di advertising puro,
l’incontro diretto, personale è e sarà sempre un momento insostituibile in
qualunque strategia di comunicazione perché è solo attraverso il contatto umano
e fisico che riusciamo a comprendere dettagli e situazioni altrimenti non
comprensibili nella loro totalità.
In particolare, l’attività di Ufficio Stampa ha un ruolo fondamentale
perché supera quello che possiamo considerare come il punto debole
dell’advertising, ossia l’autoreferenzialità e la mancanza di dialogo con il
mercato di riferimento, l’incapacità e l’impossibilità, insita nello strumento
pubblicitario, di essere bidirezionale, caratteristica, invece, essenziale
delle Pubbliche Relazioni.
In un processo di internazionalizzazione, questa caratteristica diviene
ulteriormente fondamentale perché rappresenta uno strumento di conoscenza profonda
del mercato che intendiamo conquistare e ci consente di prevedere le risposte
che possiamo attenderci rispetto ad una strategia di marketing e vendita.
All’Ufficio Stampa classico oggi è possibile anche affiancare l’attività di
comunicazione sui Social Network, che, se ben strutturata, può amplificarne positivamente
i risultati valorizzando ulteriormente il concetto di relazione fondata
sull’ascolto e il dialogo con la rete, che è, poi, il nostro mercato.
Affidarsi a dei professionisti del settore è naturalmente conditio sine qua non per la buona riuscita di una strategia comunicativa che possa
farsi valere soprattutto in un contesto internazionale.
domenica 21 ottobre 2012
Quanto sei pronto per crescere?
Riporto alcuni estratti audio dall'interessante puntata dello scorso 17 ottobre di Focus Economia di Sebastiano Barisoni andata in onda su Radio 24 (qui trovate la sua pagina Facebook).
Ho selezionato alcuni interventi rilevanti, suddivisi in brani sia scaricabili sia sufficientemente brevi da poter essere ascoltati on line, su temi importanti connessi con l'esportazione e la crescita delle imprese.
Eccoli qui per voi.
Primo audio: i dati di crescita italiana nell'esportazione extra CEE. Impressionante vedere come esiste un settore che non conosce la crisi
Secondo audio: che cosa permette la crescita di una nazione? I quattro fattori. L'export al centro. Che cosa vogliamo fare?
Terzo audio: La verità sulle banche e le imprese che esportano. Quali strumenti? Di chi è la colpa? Che cosa possono fare di più le imprese?
Quarto audio: Piccolo non è bello. La follia del chilometro zero affosserà l'Italia? La farà implodere?
Quinto audio: L'internazionalizzazione fa bene alle imprese. Anche per il mercato domestico. Dati e suggerimenti.
E voi che cosa pensate di fare?
Magari partire dal web come questa piccola impresa. Che ha aumentato dell'80% il proprio fatturato, molto del quale realizzato oltre confine, grazie all'apertura di una vetrina on line.
Ho selezionato alcuni interventi rilevanti, suddivisi in brani sia scaricabili sia sufficientemente brevi da poter essere ascoltati on line, su temi importanti connessi con l'esportazione e la crescita delle imprese.
Eccoli qui per voi.
Primo audio: i dati di crescita italiana nell'esportazione extra CEE. Impressionante vedere come esiste un settore che non conosce la crisi
Secondo audio: che cosa permette la crescita di una nazione? I quattro fattori. L'export al centro. Che cosa vogliamo fare?
Terzo audio: La verità sulle banche e le imprese che esportano. Quali strumenti? Di chi è la colpa? Che cosa possono fare di più le imprese?
Quarto audio: Piccolo non è bello. La follia del chilometro zero affosserà l'Italia? La farà implodere?
Quinto audio: L'internazionalizzazione fa bene alle imprese. Anche per il mercato domestico. Dati e suggerimenti.
E voi che cosa pensate di fare?
Magari partire dal web come questa piccola impresa. Che ha aumentato dell'80% il proprio fatturato, molto del quale realizzato oltre confine, grazie all'apertura di una vetrina on line.
martedì 2 ottobre 2012
Andare all'estero: i consigli di Roberto Iacobino
In un sistema economico sempre più complesso e in crisi, esportare
rappresenta un’opportunità enorme per reagire al periodo di difficoltà che il nostro Paese sta attraversando
ed uscirne vincenti.
Per avere successo oltre i confini nazionali, oltre ad avere un
prodotto/servizio valido, occorre però partire preparati.
Ho chiesto a Roberto Iacobino, Presidente di Peopleware Solutions, società la cui divisione Communication si occupa anche di accompagnare le società nei loro processi di internazionalizzazione, come sia possibile sfruttare questa opportunità senza correre rischi e senza commettere errori.
“La soluzione migliore è sicuramente quella di affidarsi ad un partner
competente e specializzato, in grado non solo di fornire dei buoni consigli ma
anche di seguire e affiancare
l’azienda in tutte le fasi di preparazione e implementazione del
progetto di export”.
Perché ritiene questo un passo fondamentale?
“Non dobbiamo dimenticare che l’ esportazione è un vero e proprio
percorso e, come tale, deve necessariamente partire da un progetto concreto,
articolato in diverse fasi, ciascuna delle quali va affrontata con competenza e
professionalità, senza lasciare nulla al caso. Analizzare il mercato di
riferimento non è sufficiente, occorre trovare anche il partner giusto sul
territorio, qualcuno che ne conosca le problematiche e le dinamiche politiche,
burocratiche, sociali, economiche
e mediatiche. Solo così è possibile essere riconosciuti dal mercato di
riferimento come interlocutore qualificato e pertanto degno di attenzione".
Quali le strategie da seguire?
"Una delle strategie migliori, quando si va all’estero, è realizzare un
momento di incontro con buyer locali selezionati, di cui si è già provveduto a
testare l’interesse verso il prodotto/servizio e avvalersi della collaborazione
di media e istituzioni locali per dare il giusto risalto alla cosa. In questa
logica è fondamentale anche pensare in maniera per così dire collaterale:
quando esportiamo un prodotto non possiamo e non dobbiamo pensare ad esso come
fine a se stesso ma come parte di un processo più ampio che coinvolge non solo
la produzione e la vendita del bene ma anche la cultura e la filosofia che vi
stanno dietro e che vanno esportate insieme al prodotto. Tipico, in questo senso, è l’esempio
del prodotto alimentare, ma anche di moda o design, la cui promozione e vendita
non possono (e non devono) prescindere dalla cultura che li ha generati e della
quale si nutrono.
Che cosa evitare?
"Uno dei principali errori è quello di sottostimare le differenze culturali. Quante volte, per fare un esempio banale ma ben comprensibile da tutti, ci
siamo trovati all’estero a bere un caffè di marca italiana, preparato con una
macchina da caffè italiana ma con un sapore tutt’altro che italiano? E magari
non abbiamo pensato che l’esportatore di caffè, oltre al prodotto, avrebbe
dovuto “vendere” anche la formazione per una corretta preparazione del prodotto
(sulla base del tipo di acqua usata, o dell’umidità del clima ecc…), una
formazione che solo chi ha la cultura del prodotto può fornire in maniera
adeguata e sufficiente a soddisfare le esigenze del consumatore.
Questi sono alcune delle ragioni che, in un processo di
internazionalizzazione, rendono indispensabile avere la proprio fianco un
partner specializzato e competente che possa accompagnare l’imprenditore lungo
un cammino faticoso quanto affascinante fino al successo dell’iniziativa“.
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