Esiste l’Italia bella, non quella #verybella si intende.
Quella che ci prova, studia, cerca di capire, non si incista sul
#abbiamosemprefattocosì oppure su #conoscobeneilmiomercato vizi che gli
imprenditori pagano selvaggiamente.
Perché oggi ciò che si deve sapere –non conoscere: sapere- è
talmente tanto che non si può più pensare di fare da soli, di lasciarsi guidare
dall’intuito –che non è la Forza- per prendere decisioni.
Oggi l’imprenditore che aveva successo negli anni Sessanta,
quel modello lì, sparirebbe dalla faccia del mercato in una settimana. Anche
avendo la Nutella da proporre. Non a caso proprio la Ferrero, nata così, da una
intuizione –come la Coca Cola o McDonald’s- non si regge più sull’estro, ma su
una struttura seria e aggiorata.
Esiste l’Italia bella è l’ho frequentata. Ad esempio presso
il CoFeLB di Carate Brianza che organizza
corsi per le PMI brianzole su temi quali Export, Fiere, problem solving e così
via.
O Forma.AZIONE di
Perugia, una vera macchina da guerra nell’organizzare programmi per il rilancio
del territorio e dei perugini.
Sono gli incontri delle persone quelli però che mi hanno
colpito: brava gente, belle facce si sarebbe detto un tempo, oggi aggiungo di
più. Tanto coraggio, tanta volontà. Di farcela. Di rimettersi in gioco. Di
provare a capire come si possa oggi cercare nuovi clienti, andare all’estero, farsi
un nome.
E per questo che penso che ce la possiamo fare. Che
troveremo sempre dentro risorse per superare anche quella depressione che
uccide gli slanci.
Perché quando c’è l’umiltà c’è tutto.