Azienda
di lunga tradizione, Nata nel 1925, il gruppo Zoppini è una realtà
internazionale con propri negozi monomarca in molti paesi del mondo.
Mauro
Zoppini, che ne è alla guida, ci spiega come sia stato possibile essere
presenti in più di 20 nazioni estere partendo da Firenze.
Quali sono
le linee guida della strategia di export che la sua impresa ha sviluppato?
Zoppini
ha sempre cercato di attuare una politica estera importante. Già dal 1999 ci
siamo rivolti ai paesi esteri attraverso numerose attività di sviluppo
potenziando nel tempo la rete diretta di agenti vendita. Grazie a questa
politica aziendale, MPF conferma la sua presenza in importanti paesi come Stati
Uniti, Medio Oriente, Paesi asiatici, Canada, Belgio, Austria, Germania e
Portogallo. Facciamo inoltre il possibile per prendere parte alle principali
fiere di settore e non. Tra le altre iniziative intraprese vi è l’iscrizione al
consorzio Italian Fashion Jewellery che opera per l'internazionalizzazione.
Qual è
l’elemento fondamentale da tenere presente per avviare l’avventura dell’export?
Avere
idee in maniera continuativa, proponendo prodotti di qualità, sempre nuovi e
appetibili. In linea con il gusto del Paese in cui ci si vuole affacciare senza
perdere la propria unicità, tenendo alta la bandiera del vero Made in Italy.
Quali sono
i pre-requisiti per una azienda che voglia esportare?
Possono
tutti o ci sono dei limiti “strutturali”?
La
ricerca costante di materiali alternativi e tecniche di produzione
all’avanguardia: ciò si compie a partire dal confronto con il mondo
dell’hi-tech, dalla reinterpretazione dell’aerodinamica e della fluidità nelle
forme e nelle linee della sua idea di gioielleria.
Zoppini
conosce e vuole superare certi limiti, come quelli tecnici e meccanici legati
alla materia. Dopo essere stata fra i leader mondiali nel mercato del bracciale
componibile, infatti, MPF Group ha continuato a perseguire rotte intraprendenti
nella creazione di gioielli e accessori. L’ufficio Research and Design ha
sviluppato collezioni in grado di incontrare i gusti più diversi e di rivestire
i desideri dell’immaginario comune. Per quanto riguarda i limiti strutturali, è
ovvio che una grande azienda ha più possibilità di affermarsi in tempi brevi.
Per tutte le altre realtà sono richiesti impegno e attenzione maggiori, c'è
sicuramente meno margine d'errore.
Quali sono
i principali errori da non compiere per andare all’estero?
Mai
sottovalutare il gusto, le tendenze e la cultura dell'altro Paese. E'
necessario analizzare contesto e differenze, cogliere le sfumature che rendono
vincente la proposta del prodotto giusto. E' molto importante viaggiare per
essere in grado di interpretare in maniera corretta le richieste del nuovo
mercato. La tecnologia permette di ridurre le distanze, ma è impensabile
raggiungere l'obiettivo restando davanti a uno schermo.
In che
modo il marketing aiuta la strategia di export?
Il
marketing, oltre ovviamente alla qualità del prodotto, è il fulcro attorno al
quale ruota l'attività aziendale all'estero. E' lo strumento fondamentale per
individuare al meglio il target di riferimento e, di conseguenza, proporre
prezzi e prodotti che possano rispondere al meglio alle attese dei consumatori.
In che
modo il web può essere utile per l’export?
Il
web è ovviamente uno dei veicoli principali per avviare il processo di export
se si vuole ottenere una prima risposta da parte di un mercato nel quale ci si
vuole immettere. Fare buon uso delle nuove tecnologie è da sempre una nostra
prerogativa, con lo scopo di trasmettere all'estero i valori del brand e
diffondere il livello qualitativo dei prodotti Zoppini. Internet ci permette di
avere un contatto diretto con i clienti, rispondere al meglio alle loro
richieste. In particolare lo strumento social, ci consente di essere competitivi
e monitorare al meglio la web reputation dell’azienda. Rispondere pubblicamente
a un apprezzamento o, perché no, a una commento negativo è indice di
trasparenza e volontà di migliorarsi.
Quali sono
i pre-requisiti per una azienda che voglia esportare?
Possono
tutti o ci sono dei limiti “strutturali”?
La
ricerca costante di materiali alternativi e tecniche di produzione
all’avanguardia: ciò si compie a partire dal confronto con il mondo
dell’hi-tech, dalla reinterpretazione dell’aerodinamica e della fluidità nelle
forme e nelle linee della sua idea di gioielleria.
Zoppini
conosce e vuole superare certi limiti, come quelli tecnici e meccanici legati
alla materia. Dopo essere stata fra i leader mondiali nel mercato del bracciale
componibile, infatti, MPF Group ha continuato a perseguire rotte intraprendenti
nella creazione di gioielli e accessori.
Per
quanto riguarda i limiti strutturali, è ovvio che una grande azienda ha più
possibilità di affermarsi in tempi brevi.
Per
tutte le altre realtà sono richiesti impegno e attenzione maggiori, c'è
sicuramente meno margine d'errore.
Tre
consigli che darebbe ad un artigiano o imprenditore PMI che voglia iniziare ad
esportare.
Se
dovessi pensare di partire oggi da zero, sarebbe quasi impossibile per le
problematiche economiche del nostro paese, i tempi infiniti per avviare
un'impresa. All'estero queste difficoltà spesso non esistono, l'appoggio delle
banche e del governo è più forte. Da imprenditore, basandomi sulla mia
esperienza personale, consiglio di puntare su idee davvero innovative, come ho
avuto la fortuna di fare lanciando il gioiello in acciaio, bello e accessibile.
Consiglio anche di cercare il sostegno dei fornitori, fare del rapporto con i
produttori il proprio capitale senza affidarsi completamente alle banche che
chiedono troppe garanzie per chi possiede un'attività appena avviata.