Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


giovedì 3 ottobre 2013

Largo alle start up italiane: come fare per non perdersi


Mi invitano a parlare ad una giornata organizzata dal consorzio Aster di Bologna: il pubblico è fatto di start-up, imprenditori giovani. 
Il tema è esportare.
Esordisco con i contenuti raccontati due post fa: vendere all’estero è diverso da esportare.
Poi gli racconto la mia idea di percorso. E mi faccio raccontare la loro esperienza. E spiego che per esportare bisogna avere competenza.

Sono tutti geniali, creativi, moderni: ti fanno sentire la forza del pensiero italiano, la gioventù del coraggio, la voglia di fare centro. E lo faranno. Se riescono a vendere fuori dai confini. E se riescono a non innamorarsi del loro prodotto.

Sto tranquillo però, e non solo perché molti sono servizi, ma perché hanno il piglio giusto di chi ha capito che non bisogna cercare clienti per i propri prodotti, ma prodotti per i clienti che si vuole soddisfare. E avere una strategia precisa.

Li scaldo quando chiedo in che modo la loro la loro proposta aiuta i loro clienti a migliorare i profitti. E che è importante partire dal rafforzamento del proprio brand. Magari partendo dal web con una precisa politica di webmarketing.

Anche per i B2C, per i clienti retail? In un certo senso: solo che lì il profitto può essere emotivo. Il piacere di gustare un bel balcone pieno di farfalle ad esempio.

Si spaventano un po’ quando insieme ai consulenti di Aster faccio notare che è bene avere le spalle coperte quanto a contrattualistica, liability, dazi, spedizioni, pagamenti. Ecco una differenza tra vendere all’estero ed esportare dando continuità alla propria azione strategica.

Ma hanno dentro l’entusiasmo di chi cerca la strada giusta e sa di averla imboccata. Parliamo di investimenti, della necessità di avere un polmone per iniziare a correre. È una nota dolente, ma non si parte se prima non ci si è seduti a considerare l’impresa.

Riparto con la sensazione che se il futuro dell’Italia sta in queste mani, possiamo guardare l’orizzonte con serenità. E sorridere. Evitando le buche più dure e le figuracce che si possono fare.



p.s. come noterete ci sono molti riferimenti a post precedenti, non ho voluto sovraccaricare l’articolo, vi invito e suggerisco di andare almeno a vedere gli approfondimenti segnalati cliccando sui link. Grazie

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