Monica Buzzoni la moda, oltre che indossarla
con l’eleganza, l’ha vista da dentro: ci lavora dal 1979 dedicandosi in
particolare allo sviluppo dei mercati esteri. Bruno Magli, Trussardi, Anna Sui,
Gianfranco Ferré, Alivero Martini: ecco alcune delle firme per le quali Monica
ha lavorato sviluppando i mercati esteri. In coda trovate il suo percorso
dettagliato.
Una storia così importante che non può che
interessare i lettori di questo blog per raccontarci come le imprese italiane,
anche quelle più piccole, possano affrontare il tema dell’export.
1.
C’è spazio oggi, per le imprese
artigiane di moda italiane, per vendere all’estero?
Oggi
per la situazione dei mercati a livello mondiale (piatta e totalmente priva di
novità) "dovrebbe" esserci spazio per creatività,
artigianalità, qualità del made in Italy. Purtroppo l'ostacolo che si incontra
è la volontà dei buyer esteri ad investire in "NO NAMES", è difficile
anche farli andare nelle show room per vedere le collezioni. Bisognerebbe fare
una campagna importante per promuovere le piccole e medie aziende, i giovani
stilisti, i nuovi nomi. I buyer esteri occasionalmente acquistano piccole
collezioni se molto innovative e con prezzi bassi, ma non danno poi continuità
quindi anche per le aziende diventa difficile pianificare il business. Esempio
ne sono le manifestazioni a Milano e Parigi dove si trovano moltissimi brand
anche sconosciuti ma che cambiano tutte le stagioni.
2.
Quali sono i paesi con maggiori
richieste di prodotti made in Italy?
Medio Oriente, Russia, Asia
3.
Che peso ha la qualità, il
prodotto, nel successo?
La qualità del prodotto soprattutto per i
mercati Asiatici e del nord Europa è assolutamente fondamentale, anche su
prodotti a prezzi contenuti pretendono un livello qualitativo di eccellenza. Lo
stile pretendono sia adeguato a usi e costumi dei consumatori locali quindi
design e qualità sono fattori determinanti
4.
Che cosa chiedono i compratori di
grandi catene estere ai loro fornitori?
per
inserire un brand italiano i compratori esteri chiedono molta creatività, un
piano marketing importante, un concept store, servizio impeccabile (consegne
anticipate in base alle esigenze dei mercati), testimonial e comunicazione a
livello globale, qualità.
5.
Quali errori non commettere nel
pensare all’export?
Oggi
non si può più affrontare l'export con la vecchia mentalità del dare la
collezione ad un agente: gli spazi espositivi costano e quindi devono essere
redditizi, prima di affrontare un nuovo mercato bisogna….
6.
che cosa invece andrebbe
sicuramente fatto innanzitutto?
…bisogna
darsi degli obbiettivi e approcciare uno massimo due mercati all'anno, su quei
mercati fare una attenta analisi dei marchi presenti nella propria fascia di
prodotto, vedere tipo di distribuzione (retail o wholesale, piccoli negozi o
department stores), prezzi retail, che comunicazione viene fatta, il tipo di
servizio che i competitor danno al cliente sia al negoziante che al consumatore
finale, le caratteristiche del consumatore. Tutti gli investimenti si
concentrano su quel mercato per poter iniziare una penetrazione e creare una
presenza che duri nel tempo. Bisogna fare attenzione ai brand di riferimento
che in molti paesi non sono i brand del proprio mercato domestico
7.
Spesso c’è la speranza di poter
avere successo senza ricorrere ad investimenti di marketing? È una possibilità
o solo un sogno?
Oggi
senza investimenti è decisamente un sogno
8.
può dare 3 consigli alle aziende
che vogliono tentare questa strada?
Per
sintetizzare in 3 punti quanto detto sopra le aziende dovrebbero:
-
avere chiaro il proprio posizionamento e il proprio obbiettivo (prezzi immagine
stile)
-
costruire un piano marketing coerente con posizionamento e obbiettivi
-
definire una scaletta di mercati da affrontare, dopo una attenta analisi di chi
sono i marchi presenti, cosa fanno, a che prezzi vendono, il tipo di
distribuzione che utilizzano (quali agenti o distributori, canale wholesale o
retail ecc) e partire dai mercati più sintonici con il marchio al fine di
ottimizzare gli investimenti
Chi è Monica Buzzoni?
Dopo un inizio da Bruno Magli come responsabile
vendite estero segue Claude Montana di cui cura la distribuzione in tutto il
mondo. Dal 1989 al 1991 dirige la filiale americana della Basile spa per poi
passare dal 1991 al 1996 alla direzione vendite estero della BVM Italia les
Copains,
Nel 1997
diventa Brand Manager di alcune linee presso la Gilmar spa dove segue
stilisti internazionali come Marc Jacob, Anna Sui e Victor Alfaro curando in
prima personala definizione delle collezioni alla distribuzione mondiale.
Poi Gianfranco Ferrè, come direttore
commerciale mondo,
Trussardi, per sviluppare i mercati asiatici in
fase di crescita quindi Alviero Martini dove partecipa attivamente allo
sviluppo del brand nel mondo con uno straordinario risultato di espansione e di
crescita.