“Il mercato è ormai globale, impossibile rimanere locali quando si è
stretti tra fornitori e clienti che operano a livello internazionale”.
Biagio Savaré, imprenditore, titolare di Savarè Industrie Chimiche, una
azienda fondata nel 1924 che opera internazionalmente nel campo dei prodotti
adesivi per svariati settori industriali, spiega così la ragione forte della
scelta che nel 2006 lo ha spinto ad aprire un centro produttivo a Columbus,
nell’Ohio, nel centro del MidWest statunitense, per poter servire il Nord e il
Centro America, dove svariati clienti erano presenti con insediamenti
industriali.
“Per poter
pianificare l’approdo in un altro paese è bene sedersi prima a tavolino a
considerare due fattori fondamentali:
1.
la necessità di descrivere un chiaro business
plan con obiettivi concreti e misurabili
2.
la necessità di modificare, cambiare, potenziare
la struttura nella casa madre.
Un
elemento che non si considera e che invece non va affatto trascurato, infatti
non è possibile sostenere la crescita all’estero, come nel nostro caso con uno
stabilimento di oltre 25 persone, senza avere ripercussioni sulla struttura
della sede. E’ necessario prendere in esame un incremento della forza
manageriale oltre che di supporti base. E delle conseguenze che questo
comporta”.
A che cosa sta pensando?
“Che
l’aumento della struttura di sede comporta un aumento dei costi: quindi nei
primi mesi, fino al raggiungimento del Pay Back Time, c’è da aspettarsi una
riduzione dei margini anche sul bilancio della sede. Il che va incluso nel
business plan appunto”.
C’è un altro errore da evitare secondo Biagio Savaré:
“non credo che
finisca per essere un successo la scelta di aziende che de localizzano la
produzione per poi riportare a casa il prodotto finito da vendere. Se si apre
un nuovo impianto all’estero, specie in un altro continente, deve essere
soprattutto per servire quel mercato. La
forza trainante per l’export deve essere il mercato, la conquista di nuove aree
e quote, non la riduzione dei costi.”
Un’altra fondamentale ragione, secondo il titolare della
Savaré Industrie Chimiche, per progettare una avventura al di fuori dei propri
sta nella diversificazione del rischio su più mercati e valute così da
possedere un ammortizzatore o un moltiplicatore interessante a seconda dei
diversi momenti di crescita e crisi dei continenti.
“Adesso stiamo
considerando una nuova apertura in Asia per il 2014. Probabilmente Singapore.
Dopo aver guardato ad Ovest ora è il momento di dedicarsi all’Oriente”.