Un blog per vendere all'estero

Vendere all'estero è una grande opportunità per le aziende italiane, tutte, specie quelle artigianali, piccole e medie.
In questo blog lavoreremo insieme per trovare la strada migliore e avere successo con facilità.

Tra vent’anni sarai più deluso delle cose che non hai fatto che di quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna

Mark Twain.


mercoledì 16 gennaio 2013

Sabrina Nicolò: esportare negli USA




Sabrina Nicolò lavora per aiutare le aziende italiane ad esportare negli USA. Basata a Houston mette a disposizione la sua esperienza per spalancare le porte dei mercati americani, partendo da quelli texani decisamente interessanti ed appetibili per i produttori italiani, specie quelli della moda. Lo ha dimostrato ad esempio la fiera organizatta dalla camera di commercio italiana a Dallas nello scorso giugno. Tenendo conto che il 2013 è, per gli USA, l’anno dedicato alla scoperta della cultura italiana (sono previsti 180 eventi per presentare il nostro mondo culturale: ecco il calendario)  effettivamente questo è l’anno in cui le occasioni di farsi conoscere sono molte e più facili. Ho intervistato Sabrina per chiederle come sia possibile scegliere con consapevolezza ed efficacia questa possibilità di export, quella che sembra l'unica strada per uscire rapidamente dalla crisi.

Perché il mercato americano è un mercato interessante per gli stilisti e artigiani italiani?
Per gli stilisti italiani il mercato americano è interessante per diversi motivi. Il primo è che il made in Italy qui in USA, come in tutto il mondo, è sinonimo di Fashion, quindi ultima moda, alta qualità e alto stato sociale. Il secondo, è che gli Stati Uniti essendo un Paese molto grande, è caratterizzato da un'ampia diversità di mercati, non solo per motivi climatici, ma anche per gusto della gente e diversità di etnie con la conseguenza di domande differenti. Questo dà l'opportunità di entrata nel mercato a tipi di imprese completamente distinti. Marchi indirizzati a target diversi, ma non solo, la stessa impresa può diversificare creando linee di prodotti con caratteristiche diverse, ma che danno la possibilità di effettuare economie di scala.
Terzo: la situazione economica in USA sta migliorando e addirittura, ci sono realtà come il Texas, soprattutto la città di Houston (città ricca in quanto l' economia è basata sul petrolio e il colossale Centro Medico), dove sembra non essersi avvertita più di tanto. Da questo, la domanda è molto più alta rispetto ad altri mercati.

Che cosa richiede il mercato usa per prendere in esame nuovi brand e fornitori italiani?
La prima cosa è l' impatto iniziale dell' impresa che significa ed identifica la serietà ed il "saper lavorare", quindi affidabilità.
Qui mi riferisco non al mercato finale, ma ai commercianti. Quindi tutto ciò che fa l' immagine di un brand, il sito web, i cataloghi, la presentazione fisica.Dopodiché l' originalità, quindi l' apportare un nuovo stile, un prodotto che possa differenziarsi dagli altri. Ancora, l'alta qualità, gli americani, in generale, soprattutto negli stati più conservativi, amano più la comodità dell' estetica questo significa che i prodotti che soddisfano queste due caratteristiche contemporaneamente, sono quelli che più probabilmente avranno successo.

Basta la qualità del made in Italy per fare breccia nel mercato Usa?
Come sostenevo prima, la qualità è molto importante, ma NON è la sola caratteristica per poter fare breccia nel mercato USA. C' è bisogno di un minimo di marketing, di diversificazione e di SERIETA'.

Quali sono le città statunitensi più interessanti per lo stile italiano?
Sicuramente Miami, Los Angeles (e in California in generale) e New York sono le città più aperte ai nuovi trend della moda e dove l' immagine e l' estetica personale ha un peso maggiore rispetto ad altre città. Le città di montagna in Colorado come Aspen e Beaver Creek che sono mete di turismo invernale di alto livello, sono altrettanto interessanti. Ancora, come dicevo precedentemente, il Texas è uno Stato da prendere in considerazione, soprattutto la città di Houston. A tal riguardo, ci sarebbe una precisazione da fare, questo Stato è molto conservatore e tradizionalista, ma allo stesso tempo è economicamente molto forte per i motivi che ho citato innanzi, quindi l'alta classe sociale, il famoso high end, è più aperta verso lo stile europeo e soprattutto italiano in quanto segno di stile e benessere economico. Infine, la città di Houston è cambiata molto in questi ultimi anni ed è ancora in un gran processo di cambiamento anche grazie ad un grande aumento nella popolazione di diversità culturali. Questo ha fatto si che il forte tradizionalismo cominciasse ad indebolirsi per fare posto a nuove mode e tendenze. Proprio perché questa città si trova ancora in questa fase, sembrerebbe essere decisamente interessante prenderla in esame come primo mercato da esplorare.

Vendita on-line o attraverso negozi specializzati: che cosa funziona meglio?
Ilcommerce on line, specie per la moda, è in forte crescita in questi ultimi anni, ma c'è da dire che non sembra funzionare allo stesso modo per quanto riguarda il settore dell' alta moda. Per sua stessa caratteristica, il consumatore ha bisogno di toccare con mano i tessuti, provare gli abiti, o qualsiasi cosa sia, direttamente su se stesso, soprattutto se richiede una spesa monetaria maggiore. Quindi direi che i negozi specializzati in questo settore funzionano meglio.

Con la tua esperienza quali sono gli errori più frequenti e dannosi che vedete compiere ad aziende italiane?
L'errore più frequente è quello di non voler innovarsi ed adattarsi ai tempi che cambiano. Mi spiego meglio: tanti anni fa quando l'Italia era in espansione e l' economia si vedeva crescere giorno per giorno, le aziende avvertivano meno il bisogno di fare marketing, di trovare strategie sempre migliori, oggi purtroppo i tempi sono cambiati e soprattutto in questo periodo di crisi è indispensabile restare al passo con i tempi e non "stagnarsi", non restare fermi,  ripetendo a se stessi “ho sempre fatto così ed è sempre andata bene”. Oggi c'è bisogno di "fare diversamente", non si compete più a livello nazionale, ma mondiale, e se l' artigianato italiano è ancora il migliore del mondo, bisogna mantenere quella stessa qualità e quello stesso gusto, cambiando però la mentalità e l' approccio al mercato. Bisogna essere più aperti a nuove tecnologie e strategie di mercato.
Bisogna confrontarsi con la mentalità di altri Paesi e aprirsi a capire come il nostro lavoro viene percepito in termini di serietà, affidabilità, ecc

Potete dare 3 consigli alle imprese italiane che intendono esportare negli Usa?
Prima di tutto stabilire bene quali sono gli Stati target, considerando che ogni Stato negli USA è a se stante, ognuno con richieste completamente diverse che dipendono da tanti fattori, primo di tutto il clima. A seconda del prodotto, è importante capire la domanda dei diversi Stati e la concorrenza. Questo è il primo step e consiglio.
Secondo, come sostenevo precedentemente, guadagnare l' affidabilità in termini di serietà, professionalità, puntualità, chiarezza. Gli italiani sono famosi per la loro qualità ed estetica, non tanto per i fattori appena elencati (a parte le grandi aziende). Gli americani invece danno un grande peso a tali caratteristiche, e devo dire giustamente.
Infine, crearsi un'immagine che parta dal sito internet. Questo è il nuovo biglietto da visita, soprattutto a queste distanze, la prima cosa che un compratore (che sia privato o il direttore acquisti di un negozio o retail) fa, è andare a vedere il sito dell'azienda. Se questo è banale o poco efficace, moderno, capace di creare subito un impatto positivo, l’occasione sfuma immediatamente.
Questi sono tre piccolissimi consigli, ma che sono importanti per poter cominciare, come si suol dire: chi ben comincia è a metà dell' opera.

Quali sono le possibili sinergie tra online e off line, tra marketing e vendite, tra Italia e Usa secondo voi?
L'impresa ha a disposizione molti strumenti per poter raggiungere l'obiettivo prefissato ed è importante prenderli in considerazione tutti, in quanto tutti hanno diverse caratteristiche per arrivare al cliente. Per quanto riguarda il fattore online, ho appena descritto l'importanza del sito internet, ma ancora, abbiamo la possibilità di inviare emails, interagire con i clienti e i potenziali clienti con i social media, i blog, Pinterest e tutte le altre opzioni che la rete mette a disposizione (ndr come suggerisce in questa intervista Paola Peretti). Tutto questo però dovrebbe essere affiancato a dimostrazioni fisiche come per esempio fiere campionarie, stands in posti strategici, regalare campioni da indossare a persone ben precise che possano attirare l' attenzione del mercato…insomma molti modi da studiare in base al prodotto con l’aiuto di specialisti del (web)marketing.
E' altrettanto importante la coordinazione tra marketing e vendite. Purtroppo molte imprese italiane, soprattutto in tempi di crisi tagliano le spese di marketing, questo è sbagliato in quanto ciò che ci fa vendere prima di tutto è l'immagine della nostra azienda che abbiamo creato e che sappiamo trasmettere. Il reparto Marketing deve collaborare con il reparto Vendite per poter effettuare il proprio lavoro efficientemente. Infatti, coloro che vendono conoscono meglio le esigenze del pubblico e i pro e i contro del prodotto, questo perché in continuo contatto con i clienti. Al contrario, i venditori devono conoscere bene i mezzi strategici che l' azienda vuole utilizzare per poter trasmettere un messaggio e quale messaggio. In tal modo, il venditore sarà meglio orientato nel conseguimento di nuovi clienti e farà meno fatica a dover vendere tale prodotto una volta che l'immagine e l'affidabilità che gli è stata creata dietro è forte.

3 commenti: