Ho incontrato Carlos Domìnguez Pacheco sul
grande mare di internet, su Twitter per la precisione e ho iniziato a seguirlo
colpito dall’arguzia delle informazioni che condivideva. Proprio per mettere la
sua competenza al servizio dei lettori di questo blog gli ho chiesto di
concedermi una intervista.
Carlos
è titolare di Cadex Comercio International, ed è molto presente sul web con un
profilo Twitter ed un Linkedin ad
esempio, oltre ad un interessante
blog in lingua spagnola sull’export.
Siamo partiti proprio da qui: Spagna e Italia
sono paesi cugini in un certo qual modo, più simili tra loro che con altri
paesi europei: le imprese spagnole devono affrontare le medesime sfide e
difficoltà di quelle italiane nell’esportazione?
“Sì, è
vero ci sono molte similitudini tra le nostre PMI, ma credo che ci sia
soprattutto una grande differenza, tutta a vostro favore: la forza del brand
del vostro paese. “Made in Italy” è un concetto amato e apprezzato nel mondo.
La Spagna può avere qualche vantaggio con l’America Latina, ma è un privilegio
che stiamo perdendo rapidamente. In altre zone siamo pressoché sconosciuti e
senza un brand nazionale forte (NDR per questo proprio in questi giorni si sta
lanciando una
campagna a favore del Made in Spain). La ragione di ciò dipende dalle
nostre 17 regioni che si sono combattute aspramente l’una con l’altra sui
mercati esteri senza ottenere nulla, come era da attendersi. Per fortuna questa
situazione sta cambiando grazie all’azione dell’ICEX: e non perché i nostri
politici pensino che si debba fare, ma perché i governi regionali non ce la
fanno più a investire e sostenere la guerra.
Nella tua esperienza quali dovrebbero essere i
fondamenti ineludibili di una strategia di export?
Ne segnalo quattro
1)
stabilire il punto di partenza attraverso una analisi
SWOT, il livello di coinvolgimento che intendiamo mettere in campo, i
prodotti/servizi realmente esportabili, le risorse finanziarie disponibili e
così via
2)
definire i clienti potenziali attraverso gli opportuni
segmenti
3)
definire i mercati potenziali
4)
definire come arrivare ai clienti in quei mercati
Qual è il modo migliore per dare il via ad una
campagna di export?
Per partire è necessario svolgere una ricerca
approfondita on e off-line per capire quali siano i mercati più appetibili
Quali sono i paesi più interessanti da
considerare per l’export?
Sarò banale ma ovviamente indico Sud America, il Sud
Est dell’Asia e l’Africa come mercati da considerare. Poi dipende dai prodotti.
Quali tipologie aziendali dovrebbero considerare
l’export seriamente? Quali sono le caratteristiche che dovrebbero avere le
aziende e quali prodotti hanno più chance di avere successo?
A mio parere l’high-tech e l’informatica di frontiera,
l’industria delle energie rinnovabili con grandi prospettive nel mondo
occidentale (NDR ad esempio il Canada del quale ci siamo occupati tempo fa),
l’alimentare nelle sue specificità gastronomiche di nicchia e di gusto e i
servizi ad alto valore.
Dall’elenco manca la moda: consideriamola non
una dimenticanza ma una conferma dell’eccellenza italiana.
Per finire ci può descrivere i servizi che
offre?
Cadex Comercio Internacional, la mia azienda, sta
lasciando il passo al mio nome come brand. Il mio valore consiste nel fornire
suggerimenti e consigli alle PMI per trovare la giusta strada di vendita in
molto paesi stranieri, specie Sud America, con particolare riferimento all’individuazione
della corretta rete di vendita e di agenti per il Regno Unito e l’Irlanda.
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