Stavo
raccogliendo articoli sullo storytelling: volevo farne un post un po’ speciale.
Ho deciso di smettere: si stanno (giustamente) moltiplicando all’infinito e
come può uno scoglio arginare il mare?
Credo
possa essere un servizio per tutti chiarire perché questa novità (?) stia
infiammando il mondo, specie quello del marketing.
E
nel farlo citerò articoli che ritengo utili ad allargare il ragionamento.
1) Non è affatto una novità: la faccenda è vecchia come il mondo
e si
chiama mitologia. L’uomo ha bisogno di storie per comprendere e fare
proprio. C’è chi dice (Baricco) che alcune parti dell’Iliade siano state
scritte per spiegare come fare alcune cose: costruire uno scudo, cucinare un
piatto… La storia, il mito, va al cuore perché parla con immagini che la
persona poi elabora e trasforma in pensiero proprio. Non abbiamo voglia di
farci dire le cose, le vogliamo scoprire.
2) Basta con l’esaltazione vanitosa del prodotto o del
produttore: parla
di me, spiegami che cosa mi lega al tuo prodotto, perché dovrei
occuparmene, interessarmene.
3) C’è bisogno più che mai di fiducia: raccontami di te, tira
fuori la tua di storia per farmi capire se sei affidabile. Raccontami ciò in
cui credi. Lo ha fatto mirabilmente la Chrysler con i due spot andati in onda
durante il SuperBowl: quello sui contadini (i
farmer) e quello sui soldati (i
nostri eroi). Tu vuoi ancora raccontare come sono belli i tuoi lampadari
per vendere in questo mercato?
4) Le storie uniscono: come amici che
stanno attorno al fuoco e si raccontano l’un l’altro le proprie vicende, le
proprie leggende, si stabilisce così un terreno comune, un linguaggio comune.
Abbiamo
bisogno di storie: vogliamo iniziare a raccontarle? A raccontare le vicende
della nostra bella Italia per conquistare i mercati esteri?
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